Sono assunti al Comune... ma non sono assunti. Per sei dipendenti, vincitori di concorso, il contratto di assunzione è stato regolarmente sottoscritto, a inizio giugno, anche dal Comune; per un dipendente in comando è stata effettuata la consequenziale assegnazione il 4 giugno scorso; altri due dipendenti, invece, sono finiti dentro un vero paradosso: per loro la data di assunzione era il 1° luglio e da quel giorno hanno il tesserino per timbrare, una posizione contributiva regolarmente aperta all’Inps e il contratto firmato, ma solo da loro, non dal direttore generale.
Il quale, appunto, ha comunicato loro che «nessun rapporto di lavoro si è instaurato» nonostante fosse «stato consegnato dagli uffici il badge per la registrazione elettronica della presenza in servizio». In coda alla comunicazione, il dg Puccio ha assicurato che «non appena approvato il rendiconto ed il conto consolidato si procederà alla sottoscrizione del contratto di lavoro». Ma nel frattempo, appunto, il limbo.
Diventa quasi una conseguenza inevitabile l’affondo politico, con i tre consiglieri comunali del Pd – Felice Calabrò, Antonella Russo e Alessandro Russo – che ieri hanno scritto al sindaco, alla segretaria generale e al direttore generale, parlando di «situazioni paradossali» in cui «la realtà (davvero grottesca) ha di gran lunga superato la fantasia (anche la più assurda)» e di «macroscopici errori commessi nella gestione del personale comunale, la cui responsabilità, evidentemente, non potrà essere scaricata, com’è costume ed uso nel bel paese, addosso ai singoli funzionari, semplici esecutori di disposizioni impartite dai vertici amministrativi, i quali dovranno, per contro, unitamente al vertice politico dell’ente, rispondere nelle opportune sedi, tenendo indenne l’ente locale da qualsivoglia nocumento». I consiglieri Dem preannunciano che nei prossimi giorni, «acquisiti gli ulteriori documenti», chiederanno la convocazione di sindaco, segretaria e direttore «nella competente commissione consiliare e valuteremo le ulteriori iniziative da intraprendere a tutela del Comune di Messina».
Non si escludono, infatti, risvolti giuridico-amministrativi in questa vicenda. A partire dal possibile danno erariale, come paventato dalla Fp Cgil, con il segretario generale Francesco Fucile ed il segretario provinciale Peppe Previti. I due pongono alcuni quesiti: «Il ragioniere generale ha comunicato a tutti gli uffici comunali che in assenza dell’approvazione del Rendiconto 2023 non si potevano fare assunzioni? Il direttore generale non era a conoscenza che il Rendiconto non risulta a tutt’oggi approvato? La segretaria generale che ha assegnato ai dipartimento il personale assunto in data 1 e 4 giugno, compreso il dipendente in comando, come mai non ha bloccato tutto? I dipendenti dell’ufficio preposto all’assunzione hanno ricevuto direttive in merito alla mancata approvazione del Rendiconto?». Pietro Fotia e Saro Contestabile del Csa, inoltre, evidenziano sia «il disagio psicologico dei lavoratori causato da un fatto mai immaginabile», sia «il danno economico che subiranno sino alla riassunzione», soprattutto «chi aveva usufruito della conservazione del posto nel precedente impiego», con «la decadenza dal diritto di poter a richiesta rientrare nel precedente posto di lavoro».
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