Fondi Fsc, Basile replica a Germanà: «Noi i progetti li avevamo presentati. Messina non è stata tutelata»
C’è una nuova puntata nella saga da “C’eravamo tanto amati” con protagonista la coppia scoppiata Basile-Germanà. Chi li ricorda insieme dentro il salotto del senatore leghista, dopo la serenata di Cateno De Luca, o sul palco di piazza Duomo per festeggiare l’elezione del sindaco, fa fatica a capire come si sia arrivati, invece, agli scontri ormai frequenti e agli attacchi feroci che, in particolare, il parlamentare riserva al sindaco da lui fortemente sostenuto nella campagna elettorale di due anni fa. Eppure il clima è costantemente teso, anche oggi che la campagna elettorale di quest’anno – quella delle Europee – si è conclusa. Una campagna elettorale caratterizzata da un momento spartiacque, in Sicilia, visto da molti come un gigantesco spot per il voto, con luci a favore di... centrodestra: la firma dell’accordo tra Stato e Regione, siglata dalla premier Giorgia Meloni ed il governatore Renato Schifani, sulla nuova programmazione dei Fondi Sviluppo e Coesione. I famosi “Fsc”, di cui tanto si è discusso e che hanno visto la città di Messina ricevere una fetta di torta meno consistente di quelle riservate a Palermo e Catania, con i comuni della provincia a loro volta sul piede di guerra. Al netto del Ponte sullo Stretto, ovviamente, che in questo caso torna a essere un’opera “locale”, di Messina, e non di respiro internazionale. Certo, con 1,3 miliardi destinati al Ponte, Messina balzerebbe in testa. Ma senza quello non è così e al sindaco Federico Basile non sta bene, così come non sta bene l’ennesimo affondo del senatore Nino Germanà, che aveva detto: «Purtroppo il sindaco Basile non solo non ha capito che ruolo avrebbe dovuto svolgere in questo iter di programmazione dell’Accordo di Coesione con la Regione, ma non ha mai neanche fornito input o richieste alla deputazione nazionale per essere supportato al fine di rappresentare efficacemente gli interessi del territorio che dovrebbe amministrare. Questa mancanza dimostra, ancora una volta, una mancata visione di sviluppo, una chiara incapacità di pianificazione strategica e dialogo istituzionale, palesando ancora una volta la sua evidente inadeguatezza nel pianificare e gestire il futuro della città». Basile non ci sta: «Germanà forse non ricorda che ci eravamo dichiarati disponibili ad un confronto, proprio con lui, sul tema dei fondi europei e degli Fsc – dice il sindaco –. Ciò che più conta, però, è che ad essere salvaguardata, in questa operazione, non è stata Messina, ma gli interessi di alcuni. Il senatore parla di programmazione, ma quale programmazione? Noi abbiamo presentato diversi progetti, sia come Città metropolitana che come Comune e attraverso le società partecipate, e abbiamo presentato i progetti che abbiamo ritenuto più utili al territorio. Perché, voglio ricordarlo, i fondi Fsc a questo servono, al territorio, non ad altro. E quindi progetti sulla rete idrica, sulle strade, sugli svincoli. Sia chiaro che un sindaco non deve presentarsi dal presidente della Regione col cappello in mano o genuflettendosi di fronte ad una parte politica. Non funziona così. La verità è che questi fondi sono stati tolti ai progetti del territorio per finanziare le prime spese legate al Ponte. Solo che il Ponte non so se e quando lo vedrò, le opere che avevamo proposto – conclude Basile – le avremmo viste di sicuro».