Messina

Martedì 26 Novembre 2024

Le Europee arroventano il clima a Messina. Il Pd all'attacco della Giunta: "Manca una strategia". Basile replica: "Imparino da noi come si amministra"

Può un sindaco, con la sua Giunta e la sua folta squadra di presidenti e consiglieri di amministrazione delle società partecipate, partecipare direttamente alla campagna elettorale per le Europee, che vede candidato il leader del suo partito? Secondo Cateno De Luca e Federico Basile, «assolutamente sì». Perché se non potesse farlo, non dovrebbero farlo neppure i Governi nazionale e regionale, coinvolti in prima persona, tra premier, ministri e assessori, anch’essi candidati per il Parlamento europeo. Ma sull’impegno di Basile, che prosegue il suo “tour” nei villaggi, come promesso al leader di Sud chiama Nord, e soprattutto sulle dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da Cateno De Luca, si fa rovente la polemica. In particolare, a gettare benzina sul fuoco è il Partito democratico. Dopo la nota del Coordinamento cittadino, e la dura replica della coordinatrice provinciale di Sud chiama Nord Melangela Scolaro, ieri sono tornati all’attacco gli esponenti del Pd. «Non intendiamo replicare più di tanto alle scomposte esternazioni della consigliera comunale Scolaro, eletta a Barcellona nella lista di Fratelli d’Italia e oggi coordinatrice provinciale di Sud chiama Nord, perché – si legge nel documento del Coordinamento cittadino – percepiamo il nervosismo di un intero movimento che rischia, da qui sino a dopo le Europee, di perdere ancora pezzi, se non di disgregarsi. Del resto, da un movimento costituito da tanto personale politico proveniente da altri partiti c’era anche da aspettarselo mentre chi si era avvicinato perché credeva nella narrazione deluchiana del “nuovo” contro il “vecchio”, oggi ha capito che bisogna obbedire incondizionatamente al capo, senza diritto di critica, e sta via via prendendo le distanze. Piuttosto, sarebbe interessante capire come si pensa di raccogliere tutto quel consenso che ha richiesto De Luca perché se guardiamo alla gestione politico-amministrativa di questi anni, è difficile pensare di raggiungere quell’ambizioso traguardo. In generale, manca una strategia di sviluppo per la città, nella quale continua incessante il calo demografico e la chiusura di piccole e medie imprese. Il nuovo Piano regolatore finito in un cassetto e una posizione sul Ponte sullo Stretto equivoca e contraddittoria. Tante promesse elettorali, poi, sono rimaste sulla carta: per fare qualche esempio, dall’attuazione del decentramento amministrativo, alla cura delle periferie, per finire con l’erogazione dell’acqua h24. Le tariffe e i tributi comunali sono al massimo per noti motivi di bilancio, ma si è deciso ugualmente di aumentare le indennità per il sindaco e a cascata per assessori e componenti dei cda delle partecipate. E ancora: solo 5 asili nido comunali per 128 posti; tasso di abbandono scolastico che raggiunge punte critiche, specialmente nelle zone più emarginate e a rischio criminalità; servizi sociali non all’altezza degli standard minimi qualitativi; nessun intervento a difesa della sanità pubblica; nulla di pervenuto su azioni per la diffusione di una cultura della legalità. Nessuna strategia per la Zes e per il rilancio dell’Area integrata dello Stretto come anche nessun ruolo esercitato dalla Città metropolitana, con i Comuni della provincia abbandonati a sé stessi. E allora, in qualsiasi altra città – conclude il Pd –, le dimissioni degli assessori e dei vertici delle partecipate, più che frutto di una imposizione del capo assoluto, sarebbero un atto dovuto». E qualcosa da dire ce l’ha anche il deputato regionale Calogero Leanza: «Pur volendo restare fuori dalla polemica, per certi versi sterile, sento il dovere di rispedire al mittente con forza le affermazioni secondo cui il Partito democratico, almeno in provincia di Messina, sarebbe stato “subappaltato al giovane Leanza”. La politica, per me, è servizio, non occupazione degli spazi; sono orgogliosamente servo, non padrone. Servo di questa terra, della gente, tutta e non solo di chi ha condiviso il mio percorso politico, ed anche del partito, a cui sto dedicando grande impegno per la sua ricostruzione. Rifuggo, in modo assoluto, ogni forma di prepotenza e presunzione nell’esercizio del ruolo che i siciliani mi hanno affidato con il voto del 25 settembre 2022, tanto all’interno del partito, quanto all’esterno. In questi due anni, sono riuscito a fare gruppo all’interno del partito, cercando di rendermi interlocutore di tutta la comunità di cui esso si compone; anche e soprattutto di chi non la pensa come me. Ricordo, infatti, a me stesso prima che a chiunque altro, che il dibattito e la diversità di vedute sono elemento essenziale della democrazia, concetto questo spesso dimenticato». E Basile? Il sindaco si è preso tempo per rispondere dettagliatamente alle critiche mosse dal Pd sulla gestione amministrativa del Comune e della Città metropolitana. Anche perché, proprio in questi giorni, come evidenziato dallo stesso Basile, si sta lavorando alla stesura della Relazione del secondo anno di mandato, che sarà pronta il prossimo mese. Una Relazione che, dicono a Palazzo Zanca, sarà «corposissima», perché conterrà le cifre e i dati di tutto quello che è stato fatto fino a oggi, dagli assessorati e dalle aziende partecipate del Comune. Sul piano politico, era stata particolarmente dura la presa di posizione della coordinatrice di Sud chiama Nord. «Di quale Pd stiamo parlando – aveva scritto Melangela Scolaro –, dello stesso Pd che era stato subappaltato a Francantonio Genovese e del medesimo Pd che era stato subappaltato a Pietro Navarra? Di quel Pd che oggi è subappaltato al giovane Calogero Leanza? Di quale Pd stiamo parlando? Di quello che, governando Messina, ha alimentato un deteriore ed incancrenito sistema di potere non fondato sul consenso aperto e spontaneo e poi smantellato dal buon Cateno De Luca nel 2018? Oggi De Luca ha invece lanciato, alla luce del sole, e quindi senza dover nascondere nulla e con trasparenza, un messaggio forte a chi rappresenta il partito nelle istituzioni e questo proprio perché il metodo De Luca è l'opposto del metodo del Pd applicato alla città di Messina».

La replica di Basile: "Imparino da noi come si amministra"

“Guarda chi si sente… il Pd!  Ci eravamo dimenticati quasi della presenza in città sarà l’aria da campagna elettorale ad averli destati. Dico subito al coordinamento provinciale del Pd che sul merito dell’operato della mia Amministrazione siamo pronti a confrontarci quando vogliono, anche ad esempio in Consiglio comunale, dove, non ricordo ci siano stati interventi di chissà quale livello nell’interesse della città. La reazione del Pd però la comprendiamo, l’ha già sottolineato la nostra coordinatrice provinciale Melangela Scolaro, così altrettanto il nostro coordinatore cittadino Nino Carreri, e lo ribadiamo: questo Pd dalla sindrome del sub appalto, oggi non è certamente nelle condizioni di dare lezioni a qualcuno, men che meno a noi che abbiamo conquistato con i fatti il consenso dei cittadini. Il Pd è stato bocciato sonoramente dalla città di Messina. I cittadini hanno scelto per ben due volte di dare fiducia a Cateno De Luca e Sud chiama Nord, e lo hanno fatto perché hanno compreso e apprezzato la nostra azione amministrativa. Messina per la prima volta con Cateno De Luca sindaco e poi con il sottoscritto Basile sindaco ha finalmente avuto un’amministrazione in grado di dare una visione strategica ad una città, Messina, che abbiamo ereditato in condizioni disastrose a causa della mala politica di chi ci ha preceduti. E guarda caso a precederci c’era anche il Pd, quel Pd che oggi pensa di avere titolo per poter contestare la nostra azione di governo della Città. Piuttosto invece, l’avvio di quella azione amministrativa, proprio con una presidenza del Consiglio comunale targata PD durante la sindacatura De Luca, non ha neanche posto in discussione la relazione annuale del sindaco per evitare il confronto sui tanti risultati raggiunti da un’Amministrazione che ha curato e sta curando gli interessi dei cittadini e mai dei partiti. In conclusione al PD diciamo: parlate se sapete cosa dire, altrimenti continuate a fare quello che avete fatto fino ad ora…guardate come si amministra una comunità”, conclude il Primo cittadino.

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