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Il caso Croce a Messina: le dimissioni da consigliere diventano un giallo

L’invio del documento con firma autografa del consigliere Croce, digitalizzato e trasmesso con Pec dell’avvocato Daina – ha scritto la segretaria generale Rossana Carrubba –, non può integrare il requisito della certezza e veridicità

Maurizio Croce si è dimesso. Di nuovo. Ma potrebbe non bastare. Di nuovo. Stanno diventando un giallo le dimissioni da consigliere comunale dell’(ex) esponente di Forza Italia. Nella serata di venerdì, il giorno dopo l’arresto dell’ex soggetto attuatore dell’ufficio commissariale contro il dissesto idrogeologico, era stata trasmessa una nota al Comune, in allegato ad una Pec inviata da un avvocato, con la quale Croce comunicava le dimissioni irrevocabili «per motivi personali».

Dimissioni, però, ritenute non valide da Palazzo Zanca. «L’invio del documento con firma autografa del consigliere Croce, digitalizzato e trasmesso con Pec dell’avvocato Daina – ha scritto la segretaria generale Rossana Carrubba –, non può integrare il requisito della certezza e veridicità della provenienza delle dimissioni da parte del consigliere, mancando, in tal caso, l’autenticazione della firma dell’atto di dimissioni.

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