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Lipari, le clamorose dimissioni del sindaco Gullo: decisione irrevocabile o sfida al dissenso?

«Alcuni consiglieri di maggioranza ostacolano la stabilità e la realizzazione del programma» Ma la rinuncia sarà efficace solo tra 20 giorni e in molti credono che lo strappo verrà ricucito

Riccardo Gullo

Decisione irrevocabile o ennesima sfida ai suoi sostenitori ed in particolare alla maggioranza d’Aula che non lo ha sostenuto come auspicava?
È questa la vera domanda che ruota attorno alle dimissioni comunicate ieri dal sindaco Riccardo Gullo. E la risposta arriverà poco prima di Pasqua. Infatti, secondo i termini di legge, le dimissioni del sindaco avranno efficacia dopo 20 giorni, periodo durante il quale sarà garantita comunque l’attività amministrativa. Successivamente, se non interverranno fatti nuovi, verrà nominato un commissario straordinario che resterà in carico fino a nuove elezioni. Elezioni che, si badi bene, potrebbero anche non tenersi prima dell’estate. Ma questo, lo ribadiamo sarà il dopo.
Il presente è appunto la comunicazione che Riccardo Gullo ha fatto protocollare ieri mattina al Comune dopo essere stato in missione prima a Roma e poi a Palermo. Una decisione che – come confermato negli ambienti politici eoliani – aveva preannunciato in occasione del vertice tenuto due settimana fa, quando si era evidentemente reso conto che non c’erano le condizioni per governare l’Aula in relazione ad alcuni atteggiamenti dei consiglieri della sua coalizione. Proprio questo aspetto è quello che apre molti dubbi sulla definitività delle dimissioni. Una riflessione che obbliga – come si evince anche nelle dichiarazioni di cittadini, associazioni e politici che riportiamo in pagina – a condizionare l’uscita di scena dell’attuale sindaco a distanza di appena due anni dalla sofferta vittoria elettorale (appena 11 voti di scarto) nei confronti del vicesindaco uscente Gaetano Orto. Gullo in buona sostanza potrebbe aver lanciato quel guanto di sfida alle forze amiche così come aveva detto nell’affollata assemblea nella sala dell'Hotel Arciduca, domenica 25 febbraio. «Mi dimetto e dimettendomi cade pure il Consiglio e si voterà a giugno – queste le sue parole – Farò un'altra campagna elettorale ed il popolo è con noi...». Aggiungendo in maniera secca: «non mi faccio cuocere a fuoco lento e condizionare da nessuno». Poi alcuni giorni di tregua, ma evidentemente le rassicurazioni non sarebbero state sufficienti. O forse il primo cittadino ha deciso di modificare la propria strategia politica.

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