Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Totò Cuffaro “sbarca” a Palazzo Zanca con Giovanni Caruso: "Non è un cambio di casacca"

«Non è un cambio di casacca». Vuol sgombrare subito il campo da facili definizioni, Giovanni Caruso. Ormai ufficialmente il primo “alfiere” della Dc di Totò Cuffaro nel consiglio comunale di Messina. Eletto con la lista “De Domenico Sindaco” (nel mandato precedente, invece, la lista era stata “Bramanti Sindaco”), quindi in area centrosinistra, oggi Caruso diventa il primo consigliere a indossare nuovamente lo scudocrociato, in un partito, quindi, di area di centrodestra. Insieme a lui il consigliere della terza Circoscrizione, Nunzio Signorino. Un ingresso che verrà salutato con tutti i big del partito, domani pomeriggio alle 16 nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca: ci saranno il segretario nazionale ed ex governatore siciliano, Totò Cuffaro; il presidente nazionale, Renato Grassi; il segretario regionale, Stefano Cirillo; l’assessore regionale alle Autonomie locali, Andrea Messina; e forse anche l’assessora regionale Nuccia Albano.

Caruso, perché non andrebbe considerato cambio di casacca? In fondo lei è stato eletto nel centrosinistra e oggi sbarca nel centrodestra.

«Perché con quella casacca io avevo sposato un progetto civico che aveva dei “padri”, De Domenico e Navarra, che sono andati via prima di me. In un certo senso sono rimasto orfano. Nel frattempo ho ricevuto chiamate pressoché da tutti i partiti, ma non potevo che scegliere la Dc, per il mio modo di intendere la politica che è democratico cristiano nel senso puro, votato all’ascolto e non alla spettacolarizzazione».

Non le crea nessun problema aderire ad un progetto che si indentifica in un personaggio scomodo come Totò Cuffaro?

«Ho meditato questa scelta, perché non mi limito alle apparenze. Il Cuffaro di oggi mi ha sorpreso per lo spazio che vuol dare alla nuova classe dirigente. Negli altri partiti sarei stato un numero, la Dc mi ha dato un’altra visione, un cambio generazionale reale».

Però parliamo di un leader di partito che, in una terra come la Sicilia, ha scontato una condanna per mafia.

«Ha pagato per il suo passato. Io per mia forma mentis, che può riguardare chiunque, non digerisco che si tagli fuori chi ha pagato il proprio conto con la giustizia e oggi vuole rimettersi in carreggiata con la società civile».

Le darebbe fastidio essere definito cuffariano?

«No, perché per me contano altre cose. In tempi non sospetti la Dc, che a novembre ho sollecitato, tramite l’assessore Messina, ad occuparsi del problema delle Municipalità, ha voluto ascoltarmi e si è messa a disposizione, pur non essendoci alcun obbligo di appartenenza. È venuto un assessore regionale a Messina, dopo la richiesta di un semplice consigliere comunale, dando un segnale di operatività politica che, dal mio punto di vista, è elemento fondamentale».

Qual è la sua prospettiva personale, con l’inizio di questo percorso?

«Continuare a fare il mio lavoro sul territorio, provando a coinvolgere altri soggetti politici, dentro e fuori le istituzioni, e alcune interlocuzioni sono già in corso. L’obiettivo è crescere, non ci poniamo limiti. Ci rimbocchiamo le maniche, pronti per qualsiasi competizione elettorale».

La Dc sarà opposizione rispetto all’amministrazione Basile?

«Sì, ma in modo costruttivo. Come del resto ho sempre fatto».

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia