La crisi idrica si è spenta, ma in Aula si sono accese le polemiche. Il nuovo pozzo Giardino 2, realizzato a fine ottobre per superare l’emergenza nelle borgate Giardino, Quartarello e San Gaetano, è finito in consiglio comunale per l’approvazione dei quattro debiti fuori bilancio scaturiti dall’affidamento urgente dei lavori e degli affidamenti necessari ad evitare disagi alla popolazione.
Se sui due interventi dell’autobotte per rifornire le famiglie, costati 4.880 euro, non vi è stata alcuna discussione in quanto è stata riconosciuta la sussistenza dei requisiti della somma urgenza e le delibere sono state approvate all’unanimità, ad innescare il dibattito sono stati gli interventi di trivellazione del terreno (effettuati dalla ditta “Carini Trivellazioni Srl” di Acquedolci per 52.724 euro) e di messa in esercizio del pozzo (“Ma.No. Tecnologie e Ambiente Srls” di S. Teresa di Riva per 19.595 euro).
Il Collegio dei revisori dei conti, composto da Giuseppe Cinà (presidente), Cesare Tajana e Angelo Puglisi, ha infatti espresso pareri non favorevoli al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, ritenendo che «la norma consente la somma urgenza per i lavori pubblici cagionati dal verificarsi di un evento eccezionale o imprevedibile» mentre le attività non possono essere oggetto di somma urgenza «in quanto il lavoro di trivellazione e realizzazione di un pozzo può, a ragione, rientrare nella programmazione ordinaria di lavori pubblici».
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