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Messina, raddoppiano i fondi per il risanamento. Ci sono anche i 150 milioni del programma “PinQua”

Nella contabilità della legge speciale entreranno aggiungendosi ai 100 milioni di partenza

Messina, l’Area dello Stretto, il Risanamento, il Ponte, gli interventi di rigenerazione urbana. L’asse con Roma si fa inevitabilmente sempre più stretto, vista la tanta carne al fuoco. E dalla giornata di ieri sono emerse alcune significative novità. Vediamole, in sintesi.

Risanamento

Ancora una volta riflettori accesi al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, dopo l’incontro avuto 24 ore prima dal sindaco Basile con il vicepremier Matteo Salvini e con l’amministratore delegato della società Stretto Pietro Ciucci. Ma stavolta al Ministero si è affrontata la questione dei fondi della legge speciale per eliminare le baraccopoli messinesi. A discuterne il subcommissario per il Risanamento, l’avv. Marcello Scurria, il vicesindaco Salvatore Mondello e, in rappresentanza del Governo, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Matilde Siracusano. È stata proprio la deputata messinese a spiegare l’obiettivo del confronto, «finalizzato alla possibilità di utilizzare i fondi “PinQua” (il Programma innovativo nazionale per la qualità dell'abitare) per le ulteriori operazioni di sbaraccamento e per le nuove assegnazioni delle case ai messinesi che vivono ancora nelle “favelas”. Un confronto, quello con i tecnici del Ministero, che è stato utile e positivo», aggiunge la sottosegretaria. La strada è stata tracciata: grazie ad una norma inserita dal Governo nel decreto Milleproroghe si potrebbero aggiungere ai 100 milioni di euro già stanziati dalla legge speciale per il Risanamento, i 150 milioni di euro ottenuti dalla Città metropolitana e dal Comune di Messina proprio attraverso il “PinQua”. «Lavoriamo per rendere realtà questa possibilità», dichiara Matilde Siracusano.

Ponte sullo Stretto

La prima novità arriva al termine dell’incontro tra il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e l’ad della “Stretto” Pietro Ciucci: «Abbiamo individuato le modalità più efficaci, nell’ambito del quadro normativo esistente, per assicurare il completamento delle procedure Via-Vas di competenza del ministero dell’Ambiente, che porteranno entro la metà del 2024 a consentire l’avvio delle operazioni preliminari necessarie per la realizzazione dell’opera». È un impegno concreto, quello assunto dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il quale finora non aveva ancora espresso ufficialmente posizione. Pichetto Fratin ieri, invece, ha evidenziato con forza «il ruolo del Ministero dell’Ambiente sulla più grande opera che l'Italia ha in progetto di costruire nei prossimi anni».

Il Comitato scientifico

Altra novità importante: con «l'assenso» delle due Regioni (Sicilia e Calabria), sono stati nominati i nove componenti del nuovo Comitato tecnico-scientifico che affiancherà nei prossimi mesi la società Stretto. Si tratta di Alberto Prestininzi, docente di Ingegneria della Terra all’Università di Roma “La Sapienza”, che sarà il coordinatore; Claudio Borri, ordinario di Scienze delle Costruzioni all’Università di Firenze e direttore del “Centro interuniversitario di Aerodinamica delle Costruzioni e Ingegneria del Vento”; Andreas Taras, ordinario di Costruzioni in acciaio e strutture composite all’Eth di Zurigo; Sara Muggiasca, associata del Dipartimento di Ingegneria meccanica del Politecnico di Milano e direttrice della Galleria del Vento; Mauro Dolce, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università “Federico II” di Napoli, esperto in rischio sismico e vulcanico; Francesco Karrer, ordinario di Urbanistica alla “Sapienza” (in quiescenza). E ancora il messinese Giuseppe Muscolino, ordinario di Scienza delle Costruzioni all’Università di Messina; Paolo Fuschi, ordinario di Meccanica delle strutture all’Università di Reggio Calabria e Alessio Ferrari, ordinario di Ingegneria geotecnica all’Università di Palermo.

I cantieri di Webuild

«Mi auguro che il 2024 vedrà l’inizio dei cantieri. Stiamo lavorando per questo». Lo ha dichiarato Pietro Salini, amministratore delegato del Gruppo Webuild, a margine di un convegno all’Università Cattolica di Milano, riferendosi ovviamente alla data fissata per l’avvio dei lavori del Ponte. Quello che l’ad di Webuild ha ribadito è che, in questo momento, la più grande holding italiana delle Costruzioni ha in corso «31 cantieri aperti, con 17mila persone al lavoro nei prossimi tre anni e pensiamo di assumerne altre diecimila circa».

Nuovo corteo dei No

«Riteniamo che il Ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenti più una minaccia che una opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione». Torna a farsi sentire il Coordinamento No Ponte in vista del nuovo corteo nazionale, che si terrà sempre a Messina sabato 2 dicembre, «in concomitanza con la discussione parlamentare sulla Legge di bilancio».

“Invece del Ponte”

E ai rappresentanti del Comitato “Invece del Ponte”, non è piaciuta la risposta di Ciucci «alle accorate richieste del sindaco di Messina», messe per iscritto in un documento di 14 pagine consegnato ad aprile scorso alle Commissioni Trasporti ed Ambiente della Camera. «Ciucci risponde con l’invito a partecipare a tavoli tecnici. Con una premessa però: il progetto è quello, al massimo qualche piccolo aggiornamento, gli aspetti principali sono immutabili. È un vero e proprio affronto per Basile e per la città di Messina. Invitiamo il sindaco “a non starci”, avviando un dibattito pubblico e chiamando in causa il Consiglio».

Germanà e il No... ai No

«Il solito disco rotto che, oltretutto, rappresenta soltanto una ristretta minoranza: ogni volta sono più le sigle che i partecipanti». Va all’attacco il senatore messinese della Lega, Nino Germanà: «La “cultura del No”, con la visione ideologica e miope di sempre, prova nuovamente ad organizzare un corteo contro la realizzazione dell’opera. Messina, la Sicilia e il Sud vogliono il Ponte, all’Italia serve il Ponte, acceleratore di economia e attrattore di investimenti. La concretizzazione della struttura, grazie all’impegno di Salvini, è e sarà la risposta giusta alle necessità e allo sviluppo del Meridione. Basta con le politiche dei No».

 

 

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