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Comune di Messina, i perché del Sì al piano di riequilibrio

Depositata la delibera con la quale la Corte dei Conti ha approvato, dopo undici anni, la procedura di “salvataggio” del Comune

«Il collegio ritiene che, allo stato degli atti, il Comune di Messina, pur in presenza di una situazione debitoria ancora pesante, non possa essere definito in stato di dissesto». È questa la sintesi estrema, ma più efficace, del giudizio della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio di Palazzo Zanca. Una frase, con tanto di sottolineatura, riportata alla fine delle 161 pagine che compongono la delibera con cui, il 31 luglio, i magistrati contabili hanno messo fine ad una vera e propria telenovela iniziata undici anni fa e scongiurando uno spettro che aleggiava, dalle parti del Comune, da ben prima: quello del dissesto finanziario.
Il provvedimento è stato depositato mercoledì pomeriggio e riporta, nel dettaglio, le motivazioni che hanno indotto la Corte ha “promuovere” Palazzo Zanca, seppur con una serie di distinguo e “però” che sono tipici dei documenti talvolta cerchiobottisti della stessa Corte dei Conti (basta sfogliare le tante relazioni degli anni precedenti). Quel che conta è il risultato, ma in quella frase c’è, appunto, la sintesi: il Comune non è al dissesto, ma non è ancora messo benissimo. E infatti Palazzo Zanca rimarrà sotto la lente della Corte: «La Sezione – viene specificato – procederà ad una rigorosa verifica degli impegni assunti e del rispetto delle prescrizioni contenute nella presente deliberazione nell’ambito del monitoraggio semestrale, volto a verificare l’attuazione del piano di riequilibrio ed il conseguimento degli obiettivi intermedi relativi alle singole annualità del Piano stesso». Come a dire: vi promuoviamo, ma vi teniamo d’occhio. E se gli obiettivi non verranno raggiunti, l’ipotesi dissesto verrà riportata a galla.

Meno debiti, più accordi

Il più importante merito riconosciuto dalla Corte al Comune – e, va detto, all’amministrazione De Luca-Basile in particolare, dati alla mano – è l’approvazione, negli ultimi anni, di un gran numero di debiti fuori bilancio. «Il collegio – si legge nelle conclusioni – intende metodologicamente valorizzare, sulla base di quanto attestato, la corretta quantificazione della massa passiva (pur sulla scorta, in parte, di valutazioni discrezionali dell’Ente), la riduzione della stessa negli anni (seppure in parte con nuove valutazioni del’Ente non sindacabili in questa sede) e l’idoneità astratta delle misure individuate dall’Ente nel Paino (pur con le perplessità emerse su alcune di esse), da leggere quest’ultime alla luce dell’andamento della gestione negli esercizi che vanno dall’approvazione dello stesso da parte del Comune al 2021 (ultimo documento contabile), i cui risultati e saldi possono fornire strumenti a supporto della valutazione».

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