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Caso Taormina, contributo ai comuni sino al 10%

Il presidente firma un nuovo emendamento: ai Comuni il 10% dei proventi dei biglietti di ingresso nei siti

Carta canta, e se letta tra le righe, sullo sfondo, al di là del contenuto, sembra voler rimarcare l’evidenza citando il citatissimo rocker di Zocca, il grande Vasco Rossi esibitosi a Palermo in un trionfale concerto. I rapporti politici (e umani) nel Centrodestra, e all’interno della Giunta regionale, non “vanno al massimo”, e meno che mai “a gonfie vele”. La carta in questione è la versione rivista e corretta dell’emendamento alla Finanziaria bis presentato mercoledì scorso dal sindaco di Taormina, Cateno De Luca, relativo ai ristori per i Comuni che ospitano eventi e siti archeologici: un testo “bocciato” dal governatore Schifani e sul quale il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno avrebbe provato a mediare (sua sponte) con il beneplacito dell’assessore Marco Falcone, scatenando così il disappunto di Schifani, che avrebbe minacciato le dimissioni per la “trattativa” in corso, e acuendo le tensioni dello stesso governatore con Fratelli d’Italia e con il titolare dell’Economia.
Ebbene, la nuova versione dell’emendamento è pronta per essere firmata dal numero uno di Palazzo d’Orleans, salvando l’obiettivo iniziale e consentendo alle Amministrazioni locali di intascare oneri fino al 10% derivanti dai proventi dei biglietti di ingresso nei luoghi culturali, fino a un massimo di 400mila euro annui e con copertura di 500mila euro prevista per l’esercizio finanziario 2023.
Per Schifani, che liquida come “fake news” l’ipotesi dimissioni, il caso è chiuso, «e nel migliore dei modi, perché a differenza del testo originario, inammissibile perché privo di coperture e perché abrogava una legge che non c’entra nulla con la materia creando un vuoto normativo, il mio è supportato da una relazione tecnica della Ragioneria generale e da una previsione di spesa per compensare eventuali squilibri finanziari nei bilanci dei Parchi archeologi».
Per Falcone, invece, il nuovo emendamento è la prova provata «della bontà del nostro operato: il tanto vituperato provvedimento De Luca, sul quale Galvagno, in maniera inappuntabile e nel pieno esercizio del suo ruolo istituzionale, ha provato a mediare, andava nella giusta direzione, tanto che oggi, dopo liti e scontri, lo stesso Schifani si accinge a riconoscere ciò che era al centro delle trattative fra la maggioranza, tra me, Galvagno, e l’assessora al Turismo Elvira Amata, e il sindaco di Taormina».

De Luca: "Aspetto Schifani in aula"

Il leader di Sud chiama Nord e primo cittadino di Taormina Cateno De Luca interviene in merito a quanto accaduto ieri all’Ars dove è stato presentato l’emendamento che riguarda la gestione dei parchi archeologici siciliani rimodulato dal governo e prevedendo dunque un contributo fino al 10 per cento degli introiti derivanti dagli eventi che si svolgono dentro il bene del Parco che ricade nel territorio del Comune.
«L’emendamento presentato da me - spiega De Luca - è stato rimodulato da Schifani che poi ha fatto finta di non sapere delle interlocuzioni intercorse tra me e alcuni dei suoi assessori. Finge di non sapere, ma io ho inoltrato una nota il 17 giugno scorso alla sua attenzione, a quella dei suoi assessori Scarpinato, Amata e Falcone, al presidente dell’Ars Galvagno e al vicepresidente della Regione Sammartino in cui ho spiegato le motivazioni dell’urgenza. L’emendamento presentato dal governatore Schifani fa solo gli interessi dei privati, non certo quello dei sindaci dei suoi comuni che non prenderanno neanche le briciole – conclude-. Dovrebbe poi spiegare in base a quale logica sceglierebbe la percentuale da destinare ai singoli comuni. Chi decide e in base a cosa se destinare l'1per cento o il 10per cento? Lo aspetto in aula per spiegargli il mio emendamento che a differenza del suo tutelerebbe le casse comunali e le casse della Regione Siciliana. Non consentirò più che vengano portate avanti da parte di chi rappresenta la Sicilia mere logiche affaristiche».

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