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Messina, il bilancio dei primi 12 mesi di Federico Basile: «Felice del percorso»

«In continuità ma anche con idee e proposte nuove, dai rendering ai cantieri. E non andremo in default»

Federico Basile

Il 19 Federico Basile compirà 46 anni. E il 16 spegnerà la sua prima candelina da sindaco di Messina. Da giugno a giugno: sono volati 12 mesi da quella serata trionfale, dall’abbraccio tra un Cateno De Luca commosso e il suo ex direttore generale al quale aveva deciso di passare il testimone. Cosa è successo, nel frattempo? È cambiato il sindaco, sì (e De Luca ha “traslocato” a Taormina), ma è cambiata la città? In meglio, in peggio? Ed è cambiato Federico Basile? Ne parliamo con il diretto protagonista, in questa intervista rilasciata al nostro giornale.

Cosa resta di quest’anno? Bicchiere pieno o vuoto? Mezzo pieno o mezzo vuoto? Tiriamo le somme...
«Torniamo un attimo al 2022. La mia candidatura è stata di continuità, l’ho dichiarato tante volte e lo ripeto perché è sempre stato detto che un mandato elettorale non può bastare per attuare il programma di un’Amministrazione. Ricordo a me stesso che Cateno De Luca si insediò nell’estate del 2018 e da luglio a dicembre fece tabula rasa, smontando e ricostruendo tutto quello che c’era da smontare e ricostruire. Il suo vero mandato cominciò all’inizio del 2019 ed è finito nel febbraio del 2022, quindi si può dire che, nel solco della continuità, il mio primo anno sia il quarto dell’Amministrazione De Luca-Basile. E oggi posso dire che quello che ci eravamo proposti di fare in questo primo anno, sia in termini di programmazione sia di realizzazione, sia stato fatto. Stiamo vedendo i frutti di quello che abbiamo pianificato, si sta passando dalla fase dei “rendering” a quella dei cantieri. I parcheggi, la pista ciclabile, la forestazione urbana, gli appalti per 46 scuole, l’incremento degli autobus da 20 a 120, i percorsi di accessibilità urbana con l’avvio dei lavori per il rifacimento di tutti i marciapiedi entro il 2024, il potenziamento dei servizi sociali, solo per citare alcune delle cose fatte. Per me, sindaco di continuità, la sfida di questi 12 mesi è stata vinta e ora andiamo avanti».

Ma ci sarà anche qualcosa di vostro e non solo eredità lasciata da De Luca?
«Stiamo chiudendo quello che era aperto e stiamo già proiettandoci nella nuova fase di programmazione e realizzazione. A questo proposito, giovedì 15 sarò a Roma per firmare, con l’Agenzia di Coesione, gli impegni per gli oltre 220 milioni di euro assegnati a Messina».

Il primo punto del programma, e del mandato, era: uscire una volta per tutte dall’incubo del dissesto finanziario. Questo nodo non è stato ancora sciolto.
«Ricordo a me stesso che il Piano di riequilibrio va avanti da oltre un decennio. Non abbiamo risolto questo problema per la complessità delle procedure, non per nostra volontà. E, comunque, in un anno abbiamo avuto il nulla osta del Ministero e stabilito un’interlocuzione con la Corte dei Conti, che adesso è alle battute conclusive. I giudici contabili mi dicono: abbiamo dubbi, vieni a discuterne con noi. Io sono un uomo pragmatico, non sono abituato a piangermi addosso, l’importante non è dimostrare di avere avuto ragione o, al contrario, dire “io l’avevo detto”, quello che conta per Messina è chiudere questa partita. Dall’esito, capiremo come muoverci».

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