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Elezioni a Messina, Basile e la carica degli oltre 400 candidati

Ieri a piazza Duomo l’apertura ufficiale del candidato sindaco di Sicilia Vera: «Continuità ma sapremo anche andare oltre». De Luca: «Il 12 giugno la madre di tutte le battaglie». C’è anche il sostegno di Sgarbi

«Noi sappiamo quello che abbiamo fatto e che faremo. Il giorno dopo le elezioni, ricominceremo esattamente da dove si è lasciato e saremo in grado di far compiere alla città il salto di qualità di cui ha bisogno». Federico Basile gioca con due parole, più di altre. La prima è l’immancabile «continuità»: il concetto ribadito infinite volte, «porteremo avanti il programma avviato nel 2018 con l’elezione a sindaco di Cateno De Luca». La seconda è in quell’orizzonte indicato nel termine «oltre», che potrebbe sembrare quasi una presa di distanza dall’esperienza amministrativa appena conclusasi e che il candidato sindaco di Sicilia Vera va spiegando fin dal primo giorno di una campagna elettorale iniziata già a metà febbraio: «Oltre De Luca significa raccogliere i frutti di tutto ciò che è stato avviato e caratterizzare il nostro progetto di una Messina bella, ricca e produttiva. Con una macchina già perfettamente rodata. E una marcia in più».

L’avvio ufficiale della campagna elettorale avviene in piazza Duomo. Sfilano sul palco gli oltre quattrocento candidati tra liste al Consiglio e quelle ai Quartieri. Sono nove le formazioni a sostegno di Basile per l’assemblea di Palazzo Zanca, otto liste civiche (compresa quella guidata dall’ex sindaco Cateno De Luca e quella composta dall’ex vicesindaca Carlotta Previti, da tutti gli altri assessori uscenti e da alcuni consiglieri comunali) e una più politica, che reca il logo di “Prima l’Italia”, la denominazione assunta dalla Lega per queste elezioni amministrative, che hanno segnato l’adesione al progetto “De Luca-Basile” del deputato nazionale Nino Germanà, insieme con la commissaria provinciale Daniela Bruno e con il responsabile nazionale enti locali Matteo Francilia. Venti invece le liste per le Circoscrizioni.
«Mi ha lasciato un’eredità pesante», prova a sciogliere la tensione Federico Basile, quello che De Luca chiamava «l’uomo dei conti», il commercialista e revisore, abituato a ragionare da tecnico e che ora ha dovuto indossare i panni del politico. Lui non è Cateno, nei modi e nei toni, due persone agli antipodi.

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