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Guerra e Messina, il prof. Macris: "Il mio è un impegno umanitario. Piango per l’Ucraina"

Il prof. Daniele Macris

«L’impegno per la cultura passa attraverso scelte dolorose e responsabili». Così il prof. Daniele Macris, docente di latino e greco al liceo Maurolico ed esponente della Comunità Ellenica dello Stretto, interviene per chiarire alcuni aspetti dei suoi rapporti con la popolazione del Donbass e il ruolo da lui svolto in questi anni.
In merito al legame con l’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk e Donetsk, Macris chiarisce che «il Centro di Rappresentanza non era un Consolato né avrebbe potuto esserlo; era, invece, secondo statuto, un'associazione con fini umanitari e culturali, che non si è mai attivata proprio per evitare tendenziosi e malevoli accostamenti con personaggi , i cui torbidi contorni si erano man mano definiti e resi noti nel tempo». E questo è il primo punto da sottolineare.
«La mia attività culturale nell’Ucraina multietnica e multiculturale – prosegue il docente – parte dal 1999 (protocollo d'intesa tra il liceo Borrelli di S. Severina e l'Accademia delle Scienze di Kiev); nel 2002 la prima visita, alla cattedra di greco dell'Università di Mariupol, la città martire che strazia il mio cuore, e all’Università di Sinferopol (Crimea). Nel 2003 la prima visita dei docenti di Mariupol in Sicilia e Calabria: l’accordo con la Regione Calabria e la partenza dei corsi d'Italiano in Ucraina, a cura della prof. ssa Silvana Mancini, con la lettrice Lilia Tsiporenko; nel 2005 la prima visita del rettore Balabanof, di origine greca, all’Università di Messina e un protocollo d'intesa; nel 2006-2007 le prime missioni scientifiche di professori dell'Unime all'Università di Mariupol; la partecipazione degli studenti dell'Università di Mariupol ai corsi estivi a S. Severina e Montalbano Elicona; nel 2008 l’inizio delle attività culturali al Consolato onorario di Ucraina di Reggio Calabria, di cui sono coordinatore culturale; nel 2009 la visita ufficiale del rettore Balabanof all'UniMe. Fino al novembre 2013 continuo a collaborare anche in presenza con l'Università di Mariupol. Posso tranquillamente affermare di non aver visto né vissuto una realtà più felice, piena di speranze e di energie dell'Ucraina nel periodo 1999-2013, a prescindere dal colore dei presidenti o dei governi , di cui non mi sono mai interessato. L'Ucraina era un Paese felice e ho vissuto di tale felicità».

"Un dolore acutissimo"

E poi? «Quando , nel 2014, sono iniziati i disordini interni – racconta Macris –, ho provato un dolore acutissimo, che ancora continua a tormentarmi. Dopo il malaugurato scoppio della guerra civile nel 2014, che segna una cesura nella storia dell'Ucraina multiculturale, l'appoggio delle attività culturali si sposta nel territorio delle autoproclamate Repubbliche di Lugansk e Donetsk, sempre oltre la guerra e contro la guerra, per una pacifica e feconda convivenza civile: più lettere e studio e niente armi». Macris fa luce anche su altri particolari: «La cappella ortodossa , in cui celebra padre Giovanni Amante, e che è diventata un significativo Centro di aiuto e di solidarietà, è affidata dal 2014 , tra l'altro, alla Comunità Ellenica, di cui mi onoro di essere presidente. Mia moglie, che è cittadina russa, contraria ad ogni guerra, ha aiutato, per tre giorni a Stilo, i primi profughi ucraini. Su richiesta della preside, prof. ssa Skorupska-Trifonova, ho accolto all'aeroporto di Catania il 20 febbraio 2022 la studentessa ucraina ora impegnata all’Unime in un progetto Erasmus e già intervistata da Gazzetta del Sud».
E Putin? «Di Putin ho presentato la biografia, curata dal noto giornalista e direttore Rai Gennaro Sangiuliano nel 2017. A mio avviso, e senza riferirmi all'attuale circostanza bellica, dopo il saccheggio pubblico degli anni di Eltsin, l'azione di Putin è stata volta ad una ripresa del tessuto produttivo e sociale di un grande Paese, non senza contraddizioni e battute d'arresto. La guerra non può che essere esecrata e condannata, nel 1999, nel 2014 e nel 2022». Macris, infine, chiarisce di non aver mai avuto ambizioni politiche: «Non mi sono mai candidato, eccezion fatta per le Comunali a S. Severina nel 2000 in una lista civica, risultando il primo dei non eletti».

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