Nello Musumeci. E poi tutto a cascata. Nel giorno in cui il presidente della Regione è stato a Messina, per partecipare all’incontro svoltosi al Rettorato, in occasione della presentazione del libro “La sfida tra i due mari” del prof. Remo Calzona, il Centrodestra peloritano si avvita sempre più su se stesso. Anzi, sarebbe più corretto scrivere che resta completamente fermo, come se fossero stati imbalsamati tutti i tavoli finora convocati e tutti coloro che a quei tavoli si sono seduti.
In effetti, la notizia che il ritorno alle urne avverrà il 12 giugno, e quindi non più a maggio, è giunta in soccorso alle forze della coalizione, che si sono prese altro tempo, prima di decidere definitivamente quale sarà il candidato, o quali saranno i candidati, perché l’unità dello schieramento è ancora a fortissimo rischio. E molto, se non tutto, dipende proprio dalle vicende che riguardano in prima persona Nello Musumeci, la sua ricandidatura a governatore dell’Isola, il sostegno che gli verrà dato, o tolto, dai partiti del Centrodestra siciliano. È lì che si gioca la sfida, è lì che si sta duellando anche a livello nazionale, tra il Prima l’Italia di Matteo Salvini e i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, con in mezzo Berlusconi e la sua Forza Italia. L’Italia c’è, questo è certo... Messina un po’ meno e quello che sembra mancare è proprio la tenuta della coalizione.
Musumeci ha parlato di Ponte sullo Stretto ieri e non di elezioni. Ma che lui e che i rappresentanti messinesi di Diventerà Bellissima chiedano agli altri partiti «unità prima di ogni altra cosa, perché solo uniti si vince», non è certo un mistero. Le varie anime dello schieramento, però, hanno accolto questo appello in linea teorica, salvo poi, almeno finora, non metterlo in pratica.
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