Forse neppure lei, Rosaria Succurro, pensava di creare così tanto scompiglio nel Pd. Tutta concentrata com’era sulla conquista della Provincia. E alla fine il centrodestra è riuscito per davvero nell’obiettivo, espugnando piazza 15 Marzo e strappando un’altra roccaforte storica alla sinistra: l’ex palazzo del Governo, appunto, quando la stessa Succurro, poco più di un anno e mezzo addietro, riuscì a piazzare la bandierina di Forza Italia e di tutti i partiti della coalizione nel Comune di San Giovanni in Fiore. Le urne di domenica sera, in pratica, hanno certificato questo dato importante, oltre ad assegnare nella mani di una donna (per la prima volta) le redini di un Ente strategico e rappresentativo dell’intero territorio. E se il centrodestra legittimamente gongola, sul fronte opposto scoppia la bagarre. Secondo Giacomo Mancini, ex parlamentare e assessore regionale, «il successo del centrodestra è il risultato dell’ennesima divisione del centrosinistra cosentino. In presenza di una proposta unitaria – la chiosa – avremmo conquistato la presidenza a mani basse. È ora di dire basta e superare la gazzarra tra gruppi dirigenti». Il riferimento di Mancini è alla doppia candidatura messa in campo dal Pd e dagli altri alleati, nonostante la sfida ingaggiata da Flavio Stasi, sindaco di Corigliano Rossano, si fosse contraddistinta per essere una corsa condotta in piena autonomia, sostenuta, però, da un bel gruppetto di amministratori locali afferenti a quella medesima componente politica. Certo è che qualche voto lo ha sottratto al centrosinistra, compromettendo, probabilmente, la scalata dell’inquilino del Municipio di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti, sceso in pista anche da presidente uscente facente funzione e supportato da una larga alleanza formata da Pd, Psi, Italia Viva, Cinque Stelle e movimenti civici.
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