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Strategie e alleanze politiche a Messina, tutto in stand-by in attesa del Colle

Tutto in stand-by. E non è l’annuncio del sindaco Cateno De Luca – che ha posticipato di sei giorni le proprie dimissioni per l’udienza dei sindaci italiani con Papa Francesco, il 5 febbraio – a “congelare” mosse e strategie dei partiti, in vista di un possibile ritorno anticipato alle elezioni amministrative. In realtà è tutto fermo, non solo a Messina, ma anche a livello regionale e nelle altre realtà italiane che hanno un più o meno imminente appuntamento con le urne, perché ogni manovra dipenderà, a cascata, dalla partita che si sta giocando a Roma nella corsa al Quirinale. Se non prima si chiuderà quella partita e quindi si definiranno i contorni della maggioranza politica che eleggerà il nuovo capo dello Stato, sarà impossibile disegnare alleanze e coalizioni ai vari livelli territoriali. Ecco perché, a prescindere da De Luca – c’è ancora oggi chi mostra scetticismo sulla sua decisione finale, così come c’è chi non ha più dubbi sulle sue dimissioni –, in questa fase stanno più o meno tutti alla finestra. Questo non significa che, nel frattempo, non siano in corso interlocuzioni, per lo più informali, per cercare di buttare giù un piano A, un piano B e via discorrendo. Questo è uno dei vantaggi di cui De Luca può godere: il sindaco non ha necessità, al momento, di attendere decisioni calate dall’alto né attende chissà quali risposte dai partiti. Se elezioni anticipate saranno – e anche questo dipende solo ed esclusivamente da lui –, molto probabilmente sarà anche in questo caso una corsa solitaria, lui o, più facilmente, di un candidato (o meglio, una candidata) diretta espressione di De Luca. Il nome più caldo, come più volte emerso in queste settimane, è quello della vicesindaca Carlotta Previti. I nodi veri da sciogliere riguardano “gli altri”.

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