«Non metterò più piede in consiglio comunale finché a presiederlo sarà Claudio Cardile». Questa frase Cateno De Luca la pronunciò durante l’estenuante maratona social di inizio febbraio scorso, quella che si concluse con le dimissioni strappate in diretta (ma revocate qualche ora prima), dopo il flop sulla inedita “mozione di fiducia”. E in effetti da allora De Luca in aula non ci ha più messo piede, nemmeno per sbaglio. Ha delegato pressoché tutto agli assessori a lui più vicini, in primis la vicesindaca Carlotta Previti, e per il resto ha affidato ai suoi monologhi social il confronto-scontro a distanza coi consiglieri comunali. Un Aventino al contrario, che potrebbe concludersi presto. Uno dei più frequenti rimproveri mossi da De Luca al Consiglio è il non aver voluto discutere, nel 2020, la relazione sul secondo anno di mandato. Una fuga dal confronto, dal punto di vista del sindaco. Una passerella evitata, secondo quanti, un anno fa, fecero prevalere la linea del no. Un no che, però, si è poi rivelato un boomerang, perché interpretata come una incapacità a ribattere, punto su punto, all’encicopledica relazione di De Luca. L’edizione 2021 dei tomi prodotti dal sindaco non sono da meno, centinaia di pagine piene di numeri, considerazioni politiche, grafici, risultati veri e presunti. Insomma, un lavoraccio.
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