Il Consiglio va in ferie, ma le polemiche, quelle, no. Prosegue, a colpi di comunicati stampa battuti a ritmo di agenzia, la sfida a distanza fra Giunta e presidenza del Consiglio. Il braccio di ferro si è scatenato dopo che la mancanza del numero legale, per due sedute consecutive, non ha consentito che l’Aula si esprimesse sull’assestamento di bilancio e le misure di salvaguardia che dovevano essere votate entro fine luglio. L’effetto è stato che una serie di azioni che sarebbero dovute partire non appena la “manovrina” fosse stata approvata sono saltate (come il reclutamento di 300 ragazzi del programma l’Estate Addosso) o sono state posticipate (vedi alcuni interventi di edilizia scolastica). Tornando, invece, alla causa la diatriba è per lo più legata alla nota redatta dal collegio dei revisori dei conti che, a proposito della salvaguardia degli equilibri di bilancio, ha posto l’accento sulla possibilità che Messina Servizi potesse, nei mesi scorsi, aver già speso o programmato investimenti contando su un piano economico da 54 milioni che però è stato bocciato dal Consiglio.
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