Quando di mezzo ci sono i serbatoi Montesanto, il sindaco De Luca perde il controllo (più del solito, s’intende). Il sopralluogo del 16 dicembre scorso, quando vennero allo scoperto stalle abusive, materiali scaricati di tutti i tipi, lastre di amianto e quant’altro, divenne celebre per il primo, feroce attacco al direttore generale dell’Asp Paolo La Paglia, mandato platealmente... a quel paese, in diretta social. Ieri l’ennesimo limite è stato valicato, con una evidente violazione della privacy e la trasmissione, sempre in diretta, dei messaggi privati scambiati su whatsapp con l’assessore all’Economia Gaetano Armao. Evitiamo qui di riportarne i contenuti, roba da osteria di infimi sobborghi, a voler usare un eufemismo, di certo non degni di rappresentanti istituzionali, fatto salvo il diritto di tenere privato ciò che nasce come tale. Basti dire che il messaggio più “docile” lanciato ieri da De Luca nei confronti della Regione è stato «fate veramente schifo». Ma al di là delle volgarità di contorno (che però, trattandosi di istituzioni, sono tutt’altro che contorno), da cosa nasce l’ennesimo scontro tra il sindaco e il governo Musumeci? È la vicenda ormai storica dei serbatoi dell’acquedotto in contrada Montesanto, una delle tante – troppe – vergogne di questa città, una delle tante – troppe – questioni rimaste impantanate nelle paludi della burocrazia.
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