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Messina, avvocati penalisti contro l'ordinanza di De Luca: "Vincoli inaccettabili alla professione"

Bonaventura Candido

"Con l’ordinanza in oggetto il Sindaco di Messina ha imposto inaccettabili vincoli all’esercizio (anche) della professione forense che – soprattutto in ambito penale – non può essere in alcun modo limitata, perché inviolabile presidio delle garanzie difensive dei nostri assistiti. Riteniamo che nessuna ordinanza sindacale (e neanche un DPCM) possa incidere sulle prerogative riconosciute, anche in ambito Costituzionale, alle nostre funzioni". È la dura presa di posizione degli avvocati penalisti di Messina per le dichiarazioni del sindaco De Luca.

"Fatto salvo il doveroso rispetto – anche nel nostro interesse – delle norme che attengono al distanziamento sociale ed alle precauzioni sanitarie, non sarà certo un Sindaco a poter stabilire se, e quando, un Avvocato debba, e possa, ricevere in studio per un colloquio difensivo un proprio assistito, ovvero (come ad esempio accade nel caso di applicazione di provvedimenti cautelari) i suoi familiari - continua la nota - Per gli Avvocati che esercitano in ambito penale non sono mai esistiti (e non accetteremo mai che qualcuno possa imporceli) vincoli di luogo, orario e giorni in cui rapportarci con chi affida la propria libertà (rectius: la propria esistenza) nelle nostre mani".

"Con una nota diffusa ieri i rappresentanti degli Ordini Professionali della nostra città hanno tentato di spiegare al Primo Cittadino – ahimè invano – le ragioni di una necessaria rivisitazione dell’ordinanza in questione che, irragionevolmente, ci equipara agli esercizi commerciali. Il conseguente odierno chiarimento del Sig. Sindaco non può non dare luogo ad una nostra vibrata reazione ed alla formale richiesta di un tempestivo ed immediato intervento da parte della rappresentate del Governo nella nostra città - sottolineano gli avvocati - Apprendiamo, infatti, dagli organi di stampa che il provvedimento in questione (lungi dal risiedere in esigenze, comunque inconducenti, di carattere sanitario) si fonderebbe invece sull’esigenza di contrastare il “…rischio che un ipotetico appuntamento a tarda sera presso uno studio professionale possa diventare facile giustificazione – difficile da verificare – per chi intendesse violare ordinanze e divieti..”

"Il rimedio (il chiarimento) è peggiore del male (l’ordinanza)! Nei nostri studi – dovrebbe essere noto anche al Sig. Sindaco - non riceviamo il pubblico per motivi ludici. In ogni caso non consentiamo a nessuno di (neanche) ipotizzare che gli Avvocati possano essere ritenuti - anche solo - indiretto strumento di supporto a chi intenda commettere reati e/o violare divieti e/o ordinanze! Chiediamo, quindi, l’intervento del Prefetto di Messina perché (con i poteri di cui dispone) si attivi per rendere priva di effetti (nella parte de qua) l’Ordinanza in oggetto emanata in evidente violazione delle nostre prerogative e degli inviolabili diritti dei nostri assistiti".

"Preannunciamo la convocazione, nella giornata di domani, di una conferenza stampa per meglio spiegare le ragioni del nostro dissenso e ci riserviamo, comunque, di avviare ogni opportuna azione a tutela dei nostri diritti e della nostra onorabilità - conclude la nota - Auspichiamo che, nelle more, il Sig. Sindaco comprenda meglio cosa possa provocare in una persona che ha urgente necessità di incontrare il proprio difensore in conseguenza di accadimenti di vita ordinaria - spesso anche gravissimi – che possono incidere profondamente sulla vita anche dei di lui familiari, il sentirsi rispondere che in conseguenza dell’ordinanza in questione non è possibile avere accordato un appuntamento prima dell’indomani. Rivaluti il Sindaco il suo provvedimento e, melius re perpensa, ponga immediato rimedio al vulnus che ne deriva".

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