Si può dire già da ora che il sindaco ha vinto. O ha perso. Secondo i punti di vista. Un risultato sul piano politico, come al solito straordinario (inutile girarci intorno: da questo punto di vista, è un “fuoriclasse”), Cateno De Luca lo ha ottenuto e lo sta ottenendo: tutti, o quasi, i consiglieri, e quel che resta delle forze politiche messinesi (per dirla alla D'Alia), sono scesi per l'ennesima volta sul suo terreno e, anche criticandolo o avversandolo, hanno dovuto rispondere alla sua “chiamata alle armi”, alla sua “guerra santa” che nel 2019 si è chiamata “salva Messina” e in questo inizio del 2020 ha preso un altro nome, “Cambio di passo”. Non solo De Luca ha obbligato tutti alla risposta, ma ha anche fatto emergere divisioni e contraddizioni interne agli schieramenti e ai singoli partiti o movimenti.
Se, però, il sindaco pensava che davvero fosse percorribile l'ipotesi dell'intergruppo, allora in questo caso è evidente che ha perso, perché la stragrande maggioranza dei consiglieri ha definito “irricevibile” la proposta.
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