Quei lavoratori elogiati sino a poco tempo fa, oggi si sentono il dito puntato contro. I lavoratori dell’Amam chiedono chiarezza al Sindaco Cateno De Luca e al presidente dell’Amam Salvo Puccio dopo le esternazioni degli ultimi giorni. Lo hanno fatto durante un’assemblea che si è tenuta nella serata di ieri, al termine dell’orario di lavoro, nei locali dell’azienda.
Alla presenza del segretario provinciale della Femca, Stefano Trimboli, i lavoratori hanno espresso perplessità per le ultime uscite del sindaco De Luca e del presidente Puccio. «Sembra che tutti i guai dell’Amam, recenti e meno recenti, siano da imputare ai lavoratori – afferma Trimboli – eppure sono gli stessi lavoratori che fino a poco tempo fa sono stati elogiati pubblicamente dal sindaco e dal presidente per il loro spirito di attaccamento all’azienda, per il lavoro che svolto anche con una grave carenza di personale, per essere stati protagonisti delle cose buone che l’amministrazione De Luca dice di aver conseguito nella relazione del primo anno di mandato».
Trimboli ricorda come i lavoratori dell’Amam, a fronte dell’annuncio di una possibile perdita in bilancio per il 2019 dovuta alla prescrizione di una parte dei crediti vantati dall’ente, «non hanno fiatato quando gli si è detto loro che il premio di produttività non gli sarebbe stato pagato, mettendo ancora una volta l’azienda davanti a tutto».
La Femca Cisl, però, sottolinea come i numeri in bilancio dicano che i lavoratori, con il loro operato, hanno consentito all’azienda di aumentare la produttività del 18,7% tra il 2017 e il 2018. «I lavoratori dell’Amam – continua Trimboli - non pretendono premi a prescindere dal buon andamento dell’azienda, ma il giusto riconoscimento del loro lavoro e non a sentirsi chiamare fannulloni e delinquenti, “cumpari” e “cumpareddi”».
I lavoratori dell’Amam e la Femca Cisl di Messina chiedono, quindi, che il Sindaco De Luca e il Presidente Puccio non indugino oltre e facciano i nomi, denunciando coloro che in Amam sarebbero venuti meno al loro dovere e che, con le loro azioni, hanno violato il bene pubblico, sottomettendolo ai propri interessi, piccoli o grandi che siano. «Non si faccia di tutta l’erba un fascio e si punti il dito solo contro i veri colpevoli se v’e ne sono – conclude Trimboli - lasciando gli onesti padri di famiglia in pace a fare il loro lavoro, per il bene dell’azienda e della collettività. Il sindacato e tutti i lavoratori perbene saranno al fianco del sindaco e del presidente nella guerra al malaffare, al clientelismo, alla mala gestione, agli abusi. Ma, per favore, basta sparare nel mucchio».
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