La marcia del sindaco di Messina Cateno De Luca in favore dei comuni della provincia si porta dietro una lunga querelle fra chi pensa che il primo cittadino sia da destituire e chi invece ne esalta le qualità in relazione agli obiettivi politici da raggiungere.
E' con queste premesse che si incrociano i pareri dell'ex candidato a sindaco del centrosinistra Antonio Saitta e del leader di Sicilia Futura Beppe Picciolo dopo la manfestazione.
Un affondo, quello dell'ex candidato che culmina con la richiesta alla Regione siciliana di provvedimenti immediati nei confronti di un sindaco accusato di violare le regole vigenti in Sicilia. Ecco il testo dell'intervento di Saitta: "Da semplice cittadino vorrei ringraziare il prefetto di Messina, Maria Carmela Librizzi, per non aver ricevuto il sindaco De Luca a conclusione dell’ennesima iniziativa di propaganda elettorale giorno 1 maggio in cui ha consegnato la fascia di sindaco metropolitano.
Le istituzioni si servono nell’interesse dei cittadini, non si utilizzano per fare campagna elettorale permanente. La città metropolitana, in particolare, è un ente essenziale per lo sviluppo del nostro territorio e va difesa e rilanciata amministrandola con efficienza, non denigrandola, offendendo i suoi lavoratori o rinunziando ad esercitarne le prerogative. Anche per rivendicare risorse e competenze nei confronti dei governi nazionali e regionali ci vuole credibilità e, come dice la Costituzione, disciplina e onore".
Completamente diverso il punto di vista di Beppe Picciolo, leader di Sicilia futura, ex alleato del Pd e convinto sostenitore di Saitta, ormai sempre più vicino alle posizioni di De Luca, al punto da immaginare un probabile ingresso in giunta dopo le elezioni europee del 26 maggio.
"La Marcia di De Luca del 1 maggio si è rivelata un'ottima iniziativa ed una legittima rivolta degli amministratori locali. Il “Capopopolo De Luca” svolge il suo ruolo politico nel silenzio assordante più totale di un mondo abituato solo a subire le vessazioni dei Governi nazionali"
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