È nata il 4 settembre scorso, come primo, importante atto dell'era De Luca. Da allora l'Agenzia per il risanamento è un organo “monco”, che va avanti senza vere le risorse economiche che servirebbero. E senza un contratto di servizio che regoli il rapporto tra la stessa Arismè, presieduta da Marcello Scurria, ed il Comune. Ecco perché diventa importante il passaggio che si è consumato martedì, con l'approvazione in Giunta dello schema del contratto di servizio. Sul quale adesso la palla passerà al consiglio comunale.
Primo elemento cardine del Contratto è il “Piano programma”: come viene spiegato all'articolo 2, «è lo strumento per la definizione degli ambiti di intervento e dei servizi erogati, con la definizione delle modalità e delle tempistiche attuative e la definizione dei costi e delle risorse di finanziamento». Tre i principali ambiti di intervento entro i quali si muove Arismé, «attraverso la gestione diretta o avvalendosi di terzi».
C'è anche l'impegno, «compatibilmente alle disponibilità finanziarie» e su richiesta del Comune, «ad eseguire ulteriori attività «che si rendessero necessarie per cause impreviste o che permettessero una ottimizzazione della gestione degli interventi di acquisto». Arismè dovrà, tra l'altro, «garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni immobili affidati dagli Enti». Ma per fare tutto questo, ovviamente, avrà bisogno di ciò che più manca, attualmente: i soldi.
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