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"Mio fratello e il suo cromosoma in più, un dono da amare per sempre": su Noi Magazine una storia scritta col cuore

Dall'Istituto superiore Antonello di Messina alle pagine dell'inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud, la studentessa Denise racconta l'esperienza affrontata da tutta la famiglia nel sostenere e amare il piccolo Anthony, con Sindrome di Down, e lancia con la mamma un messaggio di speranza alle altre famiglie: abbiamo un compito speciale. Ecco il pezzo che ci ha scritto, con la sua preziosa testimonianza.

"La sindrome di Down è una malattia genetica, nella quale una persona possiede un cromosoma in più, chiamato cromosoma 21. Nelle famiglie che vivono questa realtà, i genitori, le sorelle e i fratelli, hanno un ruolo di grande importanza, poiché sono tutti chiamati a supportare le speciali necessità imposte da questa particolare realtà.

Care sorelle e fratelli di bimbi speciali, sono la sorella del piccolo Anthony, un bambino come tutti gli altri che è nato con la trisomia 21, detta anche sindrome di Down. Essere una sorella di un bambino down non è facile; inizialmente cambia un po’ la vita ed esplori un mondo diverso da quello che vivevi una volta. È importante cercare di comprendere ciò di cui ha bisogno; è necessario avere molta pazienza soprattutto nei momenti suoi di furia e di sconforto, accompagnarlo nel gioco ed in diverse attività quotidiane. Le paure sono continue: ci sono momenti di tristezza, di scoraggiamento, ma anche di felicità che riesce a regalarci con un semplice sorriso, suscitando in noi qualcosa di immenso ed incomprensibile. Ci vuole coraggio ad affrontare determinati momenti.

E' lui che ci da forza e ci aiuta a capirlo
Anche quando si sta per cadere, Anthony riesce a darci la forza di continuare per poter comprendere la giusta chiave di lettura dei suoi pensieri ed affrontare insieme a lui gli attimi di angoscia. Ormai non conto più i pomeriggi trascorsi insieme ai miei genitori, per accompagnare il mio fratellino nel centro in cui svolge le terapie che lo aiutano tanto, mentre a casa cerco sempre di farlo divertire, colorando con lui o semplicemente giocando. Chi cresce con un fratello Down vive una tormenta di sentimenti contrastanti e, all’occorrenza, è necessario essere presenti per sostenere i genitori durante lo sconforto che a volte subentra in loro. Anthony è qualcosa di immenso anche se è così piccolo. Nelle giornate buie riesce sempre a farmi sorridere e ne sono talmente grata, alla vita, di questo dono meraviglioso!».

Le paure per il futuro
Per un genitore è ancora più difficile, un tuffo al cuore. Spesso si pensa che vita avrà o cosa potrà accadere al proprio figlio quando loro non ci saranno più e se, una volta diventato adulto, riuscirà ad inserirsi in una società, che spesso non ha gli strumenti emotivi per accogliere ed accettare chi viene considerato diverso. Sono molti i genitori che perdono le speranze e che non guardano con occhi obiettivi la sindrome di Down. L’impegno emotivo è costante ma, alla fine, hanno solo bisogno di amore, come qualunque essere umano.

La mamma: non perdete la speranza
Riporto il pensiero di mia mamma come testimonianza: «Ho scoperto la sindrome di mio figlio alla nascita ma ho sempre pensato che un figlio fosse solo un dono e dopo le mille domande che portavo nel cuore, io e mio marito ci siamo presi per mano ed abbiamo semplicemente amato questo meraviglioso scricciolo. Anthony per noi è un angelo prezioso, soprattutto per le sue sorelle, ed è seguito costantemente da noi e dalle sue terapiste e grazie al loro aiuto è un bambino autosufficiente. Frequenta la prima elementare e tutti i bambini lo adorano e gli vogliono un mondo di bene per il bambino speciale e socievole che è. Voglio dare un consiglio a chi già si trova o si troverà nella nostra situazione: non perdete le speranze, siate in grado di riuscire a trovare la forza di stare accanto a queste anime preziose, perché sono dei doni meravigliosi che hanno bisogno di essere conosciuti e protetti ed è importante comprendere che se nelle nostre famiglie sono arrivati angeli come loro è perché ci è stato assegnato un compito speciale: quello di amarli per tutta la vita».

Denise Proietto, Classe 5 APD, IIS Antonello Messina

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