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Il concerto evento di Renato Zero a Messina: che «Autoritratto», maestro!

Trasgressione e ironia, poesia e sentimento, ma anche denuncia e riflessione profonda, le coordinate di un artista poliedrico, capace di una comunicazione forte, anche teatrale, per mostrare quel gioco delle parti che sostanzia la vita stessa. Renato Fiacchini, classe 1950, per tutti Renato Zero, sin dagli esordi nel 1973, si distingue infatti per lo stile unico e riconoscibile ed i travestimenti eccentrici che rimangono nella storia come ineguagliabile esempio di comunicazione diretta e onesta, in cui l’outfit anziché “coprire” svela quel mondo interiore complesso di cui si fa portatore e interprete anche per i giovani della sua generazione (e non solo): i “sorcini”, i tanti fan che nel personaggio provocatorio e alternativo rivestito di cipria e paillettes – ispirato all’iconografia del glam rock dell’epoca, David Bowie in primis – individuano un vero e proprio maestro d’arte e di vita. Oggi, a distanza di 51 anni, con immutata grinta, la sua musica continua a seguire i passi dell’esistenza, in modo più discreto, ma sempre profondo, sincero, senza mezze misure.
Oggi e domani (alle 21) il grande cantautore romano sarà al Palarescifina di Messina con «Autoritratto – I concerti evento», tour dell’ultimo album, certificato Disco d’Oro, prodotto nel 2023 da Tattica, anche promotrice della serie di concerti con cui da marzo sta toccando diverse città italiane, tra cui Milano, Torino, Pesaro e Napoli. Uniche date in Sicilia, totalmente sold out, e penultime prima del gran finale del 10 e 11 novembre prossimi al Palazzo dello Sport di Roma, le due serate, annunciate lo scorso aprile durante il programma “Che tempo che fa” (Nove), proporranno, nell’atmosfera spettacolare tipica dell’artista, i grandi successi e alcuni pezzi rari che Zero ha voluto donare nuovamente al fedele pubblico dei “sorcini” di ieri e di oggi.
Spazio quindi a brani di culto come «Il cielo», «Triangolo», «La favola mia», «Più su», ma anche ai pezzi dell’ultimo album «Autoritratto», avvincente traversata in tredici tracce, guidata dalle sue visioni uniche e dalla straordinaria abilità di raccontare e raccontarsi attraverso la propria arte, tra autobiografia, nostalgia del passato e riflessioni sulla vita e sui sentimenti propri e altrui, all’insegna della sua tipica poesia intima e piena di speranza.
Un caleidoscopio di emozioni, costruito da Zero con il prezioso supporto di collaboratori consolidati: il cantautore ragusano Lorenzo Vizzini, già autore di vari pezzi della trilogia «Zerosettanta» (2020); Mariella Nava, che firmò per Zero la toccante «Spalle al muro» (secondo posto a Sanremo 1991); Maurizio Fabrizio, che con Guido Morra scrisse nel 1995 «I migliori anni della nostra vita». Tra i pezzi i singoli «La ferita» e «Vita», quest’ultima interamente firmata da Vizzini.
Ad accompagnare Zero, autore e regista dello spettacolo, un coro di otto voci e una band di sette musicisti formata da Danilo Madonia (direzione musicale, tastiere e pianoforte), Lorenzo Poli (basso), Lele Melotti (batteria), Bruno Giordana (tastiere e sax), Andrea Maddalone e Fabrizio Leo alle chitarre e, alle percussioni, Rosario Jermano, già collaboratore di Mia Martini, Ornella Vanoni e Fabrizio De André. A sublimare le performance, la scenografia a cura di Igor Ronchese e Gigi Maresca, il light design di Francesco De Cave e i visual realizzati dai filmmaker romani Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, meglio conosciuti come YouNuts!, registi di videoclip fra i più quotati (Tommaso Paradiso, Coez, Gianna Nannini).
Un’occasione imperdibile.

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