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“Madonna con Bambino e San Giovannino” a Messina, ora lasciatelo libero di decidere ciò che vuole

Adesso, con rispetto parlando, lasciatelo in pace il buon Finocchiaro Rocco capitano coraggioso di lungo corso rientrato a Messina per riversare in città tutto il suo talento. Ogni qualvolta si agitano le acque dell’arte privata con affinità pubbliche da comperare alle aste straniere, e nel sottobosco delle offerte segrete si scatenano le voci più disparate, compaiono immancabilmente sulla scena i pontificatori del sottovuoto spinto. Prodighi di ogni sorta di consiglio scritto o verbale a colui il quale ha il merito, che però pian piano che passano i giorni e più si vocifera e blatera diventa quasi un torto, di aver supplito all’opacità degli enti pubblici.

La “Madonna con Bambino e San Giovannino” di Girolamo Alibrandi, e lo testimonia l’affollata conferenza stampa di ieri nello splendido gioiello che è il Monte di Pietà, ha suscitato in queste ultime settimane un’attenzione ai limiti del morboso anche per il contesto in cui è maturata questa nuova avventura. Che ha avuto un unico sentire comune da parte degli attori privati e pubblici che vi hanno preso parte: farlo tornare a Messina, così come fu per la tavoletta di Antonello, per la quale la “Gazzetta” si battè con ogni mezzo.
Se, com’è vero, ieri l’imprenditore Finocchiaro ha manifestato apertis verbis, quantomeno in questa fase, di voler per il momento godere nel suo studio del dipinto, ha oggettivamente tutto il sacrosanto diritto di farlo, così come nel mondo centinaia di collezionisti privati, e di capolavori assoluti, fanno dai tempi dei tempi.
Piuttosto si dovrebbe pensare, e gli addetti ai lavori silenziosi lo sanno bene da sempre, a restaurare quanto di “non esposto”, non solo per la pittura ma anche per i reperti archeologici, alberga negli scantinati dei musei siciliani pieno delle ragnatele dell’incuria politica, che ha avuto sempre il braccino corto per i fondi da destinare all’Arte, Arte che nella nostra meravigliosa Isola gode di un patrimonio realmente immenso.
C’è però un altro merito che ha avuto Finocchiaro in questa vicenda. E cioé quello di irrompere sulla scena, di risvegliare in tutti noi intorpiditi dal quotidiano l’interesse per la Bellezza, per l’Arte, per i preziosi dipinti d’epoca. In un contesto come quello messinese che molto spesso, soffocato dal ritmo giornaliero, dimentica il vero valore della Cultura e del Sapere, le uniche due ali che fanno progredire veramente un popolo dal punto di vista del sentire comune, del rapportarsi con la vita, con i propri luoghi dell’abitare. Abbiamo un Museo Regionale che è tra i migliori e più belli del Sud Italia. Eppure, ancora, lo conoscono in pochi.

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