Messina recupera due posizioni rispetto al 2023. Ma è un dato che non consola. La nostra provincia resta in posizione 103, che significa piena zona retrocessione, con dietro soltanto Cosenza, Agrigento, Reggio Calabria e il fanalino di coda, Caltanissetta. Ci avviciniamo a fine anno e, puntuali come le rate in scadenza, arrivano le classifiche sulla “Qualità della vita”, prima quella redatta da “Italia Oggi” (insieme con l’azienda “Ital Communications” e il supporto dell’Università “La Sapienza” di Roma), poi sarà la volta di quella del “Sole 24 Ore”.
Era tutta un’illusione, dunque, quella legata al Rapporto sull’Ecosistema urbano, pubblicata di recente, che aveva visto la nostra città guadagnare ben 28 posizioni e arrivare sessantottesima? Sembrerebbe di sì, visto che ci si ritrova confinati ancora una volta in una sorta di burrone, dove precipitano, una dopo l’altra, tutte o quasi le città del Mezzogiorno. Anche in questo caso, però, come si va ripetendo da decenni, bisogna prendere con le molle tali classifiche che, certamente, offrono spunti preziosi di riflessione, ma che sono basate su criteri e indicatori sui quali si può discutere a lungo. La spaccatura dell’Italia viene certificata, come è accaduto sempre finora, da queste graduatorie ma nel vedere molto più in alto province come quelle di Pordenone, di Nuoro o di Potenza, qualche dubbio viene, con tutto il rispetto per queste ridenti località.
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