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Messina, troppe incognite per riapertura lidi: 300 imprese chiedono aiuti e sgravi fiscali

I lidi possono cominciare a montare ma resta sospesa l'avvio ufficiale previsto per maggio e non si conoscono le condizioni sanitarie che verranno imposte. Così, molti stabilimenti, dovrebbero montare le strutture rischiando risorse economiche, e adesso chiedono di essere liberi di scegliere.

Quella che sembrava potesse essere una apertura seppur timida da parte della Regione, e cioé il via libera al montaggio delle strutture, ha messo ancor più in affanno le 300 imprese turistiche balneari della nostra provincia. Si perché montare un lido costa ogni anno dai venti ai venticinquemila euro. E montarlo, investendo queste risorse, senza sapere quando si potrà cominciare e come soprattutto si potrà lavorare è un rischio. C'è da capire quali saranno le imposizioni sanitarie.

Ma c'è un problema, la concessione, che ha una durata di quindici anni, una volta partita la stagione balneare, al momento non dà la possibilità di restare chiusi. Chi lo fa, automaticamente, perde la concessione. E allora i lidi tramite i rappresentanti, in prima linea Santino Morabito di Confesercenti, chiedono di poter avere la possibilità di scelta: restare fermi un anno qualora, il piano economico che svilupperanno non lasci un minimo margine di guadagno e non perdere la concessione. Naturalmente chiedono anche aiuti e sgravi fiscali. Oltre trecento imprese solo a Messina. Oltre duemila posti di lavoro in tutta la provincia tra posti diretti e posti legati all'indotto. Nel capoluogo i lidi sono sessanta. Sei milioni di euro il fatturato in gioco solo nel capoluogo. Una ventina di milioni se parliamo dell'intera provincia.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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