«Mio marito non prende lo stipendio da 6 mesi. Abbiamo due bambini. È una vergogna!». Lo sfogo di una messinese è mosso dalla disperazione di chi non riesce più a far fronte alle necessità quotidiane. Nello stesso guado si trovano altre decine di dipendenti del Gruppo Gicap, soffocato dalla crisi della grande distribuzione.
Seicento famiglie, tra Sicilia e Calabria, sono in fibrillazione a causa di una vertenza che ormai si dibatte nelle sedi romane. Il nodo degli emolumenti arretrati resta uno dei più aggrovigliati, oltre a quello del pagamento dei Trattamenti di fine rapporto e del riassorbimento di una piccola parte di personale. Ma il grosso della controversia occupazionale sembra viaggiare su un percorso molto meno accidentato.
Basti pensare che ieri, a Roma, è stato compiuto un importante passo avanti, con l'autorizzazione, da parte del ministero del Lavoro, della cassa integrazione per oltre 600 dipendenti. “Sulla carta” decorrerà da oggi, per la durata di un anno, anche se per erogarla materialmente bisogna espletare una serie di tappe burocratiche.
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