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Il miracolo di Colapesce è la forza dell’amore che ti sorregge sempre: il romanzo del messinese Roberto Fazio

L'amore, la nostalgia, il tempo che passa, inesorabile, rendendo urgenti domande sul sé, sui personali traguardi, sulle relazioni, diventano, nel romanzo del messinese Roberto Fazio “Il miracolo di Colapesce” (Bonfirraro Editore), spunti di analisi esistenziale, in bilico tra sogno e realtà, in cui il sogno, come mondo onirico, con i suoi fantasmi, sembra talvolta connotare la realtà stessa.
Al centro, la vicenda di due persone che si amano, Roberto e Ivana, in una fase della vita in cui lo stesso legame di coppia sembra vacillare, sotto il peso delle inquietudini dei singoli, che a tratti sovrastano l'amore stesso. Lui, già trentenne, rimasto senza lavoro, fa parte di quella generazione a cui è stato negato il futuro, con i traguardi sognati forse definitivamente svaniti, lasciando spazio a un forte senso di frustrazione; lei fa i conti con un dolore devastante e con pressanti angosce abbandoniche.

Un viaggio di Roberto in Sicilia, terra d'origine, diventerà occasione per riconnettersi al sé più autentico e dare forse una risposta ai tanti dubbi della sua vita, a quel futuro negato. La Sicilia, terra amata in modo assoluto e viscerale, nelle sue tante contraddizioni, attrae e respinge, lega indissolubilmente mentre prospetta l'altrove, lasciando i suoi figli invischiati nel dilemma tra attaccamento e fuga, sospesi tra nostalgia e futuro, mai pienamente appagati. Quel triangolo perfetto, circondato da un mare sconfinato che fa immaginare i mondi al di là dello Stretto, è il luogo del cuore che Roberto osserva dal balcone della casa nata, mentre la mente si perde in un orizzonte senza muri e barriere, consentendo ai pensieri di scorrere liberi. Così, cullato dalle attenzioni materne e dal suo mare sconfinato, si abbandona ai ricordi e cerca di leggere il presente in modo nuovo, libero dalle urgenze della quotidianità in una città del Nord che a tratti quasi lo soffoca. Il viaggio e il temporaneo distacco dalla persona amata diventano così una preziosa occasione per riflettere sul sé, sull'amore, sul senso di responsabilità verso l'altro, sulla volontà di difendere la relazione con Ivana e preservarla, nonostante le ferite personali, e sopra ogni cosa.

Il mito di Colapesce, umile pescatore che preferisce rimanere negli abissi marini per sostenere una delle tre colonne su cui poggia la Sicilia, sembra essere emblematico in tal senso. Insegna infatti che se ami davvero sei disposto a qualsiasi sacrificio. Colapesce accetta di riemergere ogni cento anni per consentire alla sua amata terra di non sprofondare negli abissi. Perché il vero amore è altruista: scavalca dolori, sofferenze, abbandoni e ti sorregge sempre.

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