Da sempre si tramandando antiche leggende su misteriose vie di fuga sotterranee all’Isola Bella di Taormina. Adesso potrebbero tramutarsi in realtà. Un gruppo di ricerca composto da rappresentanti dell’Istituto per la cultura siciliana e dell’associazione taorminese “Serapide”, al culmine di un lavoro di studio investigativo-documentale, ha infatti accertato la reale esistenza di grotte e cavità finora sconosciute.
Il team di “esploratori” era formato da Gaetano Consalvo (direttore della sede di Motta Camastra dell’Istituto per la cultura siciliana), Daniel Carnabuci (presidente di Serapide), Nino Luca (esperto sub) e Giuseppe Smedile, che procedendo via mare hanno raggiunto una fessura stretta e lunga alla base del costone nell'isolotto di Santo Stefano, individuando una grotta di dimensioni inaspettate caratterizzata da un complesso sistema di cavità sotterranee, alcune delle quali di notevoli dimensioni, citata già in un antico testo risalente al 1709 (“La Sicilia in prospettiva”) di un anonimo autore gesuita.
Un canale di condensazione al cui interno l’aria satura di vapore acqueo si raffredda, causando la formazione di minuscole goccioline d’acqua, tanto che nell’antico volume viene citata la presenza di una fonte d'acqua dolce. “Le rocce metamorfiche incastrate in un precario equilibrio, all’interno di quello che si può definire a pieno titolo un rilevante geosito – spiegano gli esploratori – sono costituite principalmente da scisticloritici-sericitici che si sono formati attraverso processi di metamorfismo. Queste rocce rappresentano un antico basamento cristallino di età Paleozoica e mostrano una struttura geologica complessa e interessante. La topografia e la geometria della grotta presentano caratteristiche uniche e affascinanti – proseguono – la complessa disposizione delle rocce metamorfiche all’interno della cavità crea un ambiente sotterraneo di notevole interesse geologico, le variazioni nelle forme e nelle dimensioni offrono spunti importanti per lo studio della dinamica e dell’evoluzione del sistema carsico in cui la grotta è inserita e rappresentano un’importante fonte di informazioni per comprendere la storia metamorfica e la genesi delle rocce presenti all’interno della grotta».
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