Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Il MAXXI al fianco di Taobuk con i tableaux vivants di Luigi Ontani, artista crocevia di diverse identità

Il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, lo sappiamo, è molto più di un museo: è una piattaforma aperta a tutti i linguaggi della creatività contemporanea, un luogo di incontro, di scambi e collaborazioni. Ed ha la capacità di riprodursi. Il nuovo nato si chiama MAXXI Med e sorgerà a Messina. La sede siciliana, voluta e sostenuta da Fondazione MAXXI, Comune di Messina e Università di Messina, sarà il polo culturale di riferimento dell’arte contemporanea del Mediterraneo e avrà due case: Villa Pace, storica residenza ottocentesca - la prima costruzione risale al 1853, ma fu ricostruita nel 1915, dopo il terremoto del 1908, e le Torri Morandi, un edificio di archeologia industriale di proprietà comunale, parte terminale dell’elettrodotto che collegava la Sicilia alla Calabria, in disuso da vent’anni. Spiega Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI: «Per quanto riguarda la rigenerazione delle Torri Morandi, dove è previsto un grande allestimento finanziato da fondi Pnrr, il progetto esecutivo, realizzato dal MAXXI, assieme ai tecnici e agli architetti del Comune, ha già una sua forma. Per quanto riguarda Villa Pace, dove dovrebbe sorgere l’“academy” vera e propria, siamo in attesa di perfezionare un protocollo già esistente con l’Università». Ecco il ponte che ci piace: «Messina è una potenziale capitale culturale di tutto il Mediterraneo, ha un’offerta culturale dignitosa ma da arricchire, e un grande fabbisogno di arte contemporanea. È il luogo naturale di un accesso, di un ponte immateriale, culturale, sullo Stretto di alto valore simbolico, da accostare a un’idea di rigenerazione urbana necessaria in città - che, non dimentichiamolo, ha conosciuto la tragedia del terremoto - in un contesto in cui diventa più facile dialogare con il Continente attraverso l’altra riva ma, soprattutto, proiettarsi, con due mari a disposizione, verso tutto Mediterraneo». Il MAXXI è stato, anche quest’anno, al fianco di Taobuk, con il progetto espositivo «Le Ore» di Luigi Ontani. In collaborazione con il Comune di Taormina, Enel e Fondazione Oelle Mediterraneo Antico, l’opera, che è esposta da ieri a Palazzo Corvaja, dove resterà fino al 28 luglio, fa parte della collezione del museo romano ed è tra le massime espressioni della fertilità fantastica di Luigi Ontani, uno dei più influenti artisti italiani. Continua Giuli: «Si tratta di una delle opere più importanti della nostra collezione, un allestimento di tableaux vivants del maestro, in cui si rappresenta lo spettro delle 24 ore con una serie di ritratti fotografici con citazioni per lo più rivolte al mondo antico e reinterpretate. Ovviamente contestualizzate storicamente alla metà degli anni ’70. Nel mondo della contemporaneità non c’è nulla di più antico e contemporaneo di un grande artista che può coesistere con la bellezza di palazzo Corvaja e con la grande eredità culturale di Taormina e di tutta la Sicilia». Soddisfatta del «colpaccio» Antonella Ferrara, ideatrice e direttrice artistica di Taobuk: «Siamo molto felici di rinnovare questa straordinaria collaborazione con il museo MAXXI di Roma: Taobuk ha sempre posto al centro della sua indagine il rapporto fra la letteratura e l’arte. E oggi abbiamo il privilegio di ospitare, all’interno dei più bei palazzi della città, grazie anche al contributo della città di Taormina, una delle opere più importanti di Luigi Ontani, fortemente rappresentativa dell’identità del Mediterraneo». Chiara Ianeselli, è la responsabile del progetto MAXXI Med. Spiega: «Con grande coraggio stiamo portando avanti tutto il progetto, che è già qui con noi, in qualche modo». Perché Ontani e perché Taobuk? «Luigi è forse l’artista che meglio è riuscito a indagare sull’identità, lui stesso crocevia di diverse identità, visto il suo nomadismo intellettuale. Taobuk è una realtà straordinaria che, negli anni, ha dimostrato di portare avanti una ricerca di una straordinaria qualità. Il tema di quest’anno, l’identità, credo sia oggi di fondamentale importanza».

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