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L’appassionante storia del marchio che ha portato Messina nel mondo

Nel volume di Giovanni De Lorenzo la ricostruzione delle vicende della “Birra Messina”

Ricostruire una storia “mitica” come quella della Birra Messina non è un’impresa semplice, e solo un collezionista con la passione straordinaria come Giovanni De Lorenzo, architetto messinese operante a Firenze, poteva realizzare un volume così ricco, così dettagliato, così evocativo come quello edito da Edarc, “Birra Messina. Dal 1923. Cento anni di storia”.
Tralasciando le complesse vicissitudini – e i cambi di denominazione e proprietà degli ultimi decenni, a cui l’autore dedica gli ultimi capitoli –, ci soffermiamo sulle articolate vicende della sua mirabile storia, che ha portato il nome della città dello Stretto nel mondo.
Come fu la Sanderson, l’ex Azienda agrumaria di Pistunina, anche la Birra Messina rappresenta un esempio di imprenditoria all’avanguardia e integrata, capace di creare indotto e valori aggiunti. Nasce nell’ottobre del 1923 come Birra Trinacria, ma ben presto diventa Birra Messina (Nuova Birra Messina nel 1952) con uno stabilimento all’avanguardia, e ingredienti locali che ne fanno una bevanda d’eccellenza, con l’obiettivo di diventare «il più completo organismo birraio del Mezzogiorno».
Anno dopo anno, decennio su decennio, si producono e si diffondono tanti elementi che diventano un simbolo unico di questa produzione: bicchieri e bottiglie personalizzate, tappi, cassette in legno, insegne, magnifiche targhe policrome, vivide reclame, molteplici gadget (dai posacenere agli apribottiglie, dai ventagli ai calendari). Elementi identificativi che si inseriscono nel flusso pubblicitario nazionale e non solo, ci cui De Lorenzo è collezionista davvero unico.
Nascono anche tornei, la Gran Coppa di ciclismo siciliano del 1926 e la Coppa di calcio del 1930, mentre si affermano anche le Bibite Trinacria: aranciata, mandarino, limonata, chinotto. Negli anni Trenta la birra arriva anche nei territori dell’Africa Orientale. Negli anni ’50 si producevano trentamila bottiglie orarie, mentre la modernità avanza (“Da mille bottiglie ogni ora a 1000 bottiglie al minuto”, diceva uno slogan pubblicitario pubblicato sulla “Gazzetta del Sud” del giugno 1965); la malteria si segnala come elemento d’eccellenza, nascono stabilimenti a Catania e Palermo, vengono creati nuovi marchi di respiro globale: St. George Beer, Birra Catania, la Royal Beer, la Birra Henninger e Falcon. Concorsi speciali, campagne pubblicitarie nazionali, anche film contribuiscono a diffondere la fama di questa “Gran Marca”, e il mito ancora oggi di una bevanda nata in riva allo Stretto e arrivata in tutto il mondo.
Un libro, dunque, che è un omaggio non solo a un marchio storico ma alla città di Messina, in un percorso di riscoperta delle radici della propria identità e delle proprie vocazioni.

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