Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Angelo Duro dal palco di Taormina ignora De Luca, a parte quei fuochi d'artificio...

Nel consueto spettacolo irriverente e politicamente scorretto, trattati argomenti sensibili senza peli sulla lingua. Polemiche dei giorni scorsi? Solo un accenno indiretto, poi tanta satira e diversi fuori programma in "Sono cambiato"

Cartelloni pubblicitari al contrario al botteghino e solita irriverenza spietata sul palco: Angelo Duro colpisce ancora, ma senza alimentare la polemica a distanza con il sindaco di Taormina, Cateno De Luca.

Dal Teatro Antico, durante lo show nell'ormai classico stile stand-up comedy, l'unico riferimento abbastanza velato a quanto accaduto nei giorni scorsi (simboli fallici disegnati con lo spray e gesto ripreso, con successiva ramanzina social del primo cittadino, multa e denuncia) è stato in occasione di fuochi d'artificio esplosi alle sue spalle. Commentati con un "è la cosa meno strana capitata in questa città".

Solo dal pubblico qualche battuta lanciata nella speranza che il palermitano classe 1982 cogliesse la provocazione: "attento a chi c'è in prima fila", "ti saluta Cateno" e cori "sindaco, sindaco". Ma dopo più di cinque minuti di silenzio, immobile con le luci sparate addosso, ha risposto con un diretto "avete finito di rompere i c******i?"

Per il resto, satira politicamente scorretta, quella che ha reso il comico un personaggio conosciuto al grande pubblico, dopo "Nuccio vip" e "Mariano", che lo hanno lanciato in tv con "Le Iene". Di improvvisato, il "bullismo a una neonata" (come lo ha definito) che ha pianto durante buona parte dello spettacolo: "C'era scritto Disneyland fuori dall'ingresso?", ha chiesto ai genitori. Poi l'invito a prendere una granita al bar da Saro (l'accompagnatore durante "l'imbrattamento"): "La pago io, anzi la paga lui che ancora me ne deve una". Un malore in prima fila a uno spettatore ha interrotto nel finale per qualche minuto lo spettacolo, ma Duro non si è fermato nemmeno lì: "Paramedici, staccate TikTok e venite a dare una mano". Poi al diretto interessato: "Tranquillo, puoi morire, tanto il biglietto lo hai pagato". E ancora quando si è ripreso il ribattezzato "Peppe Scorreggione": "Sarà stata aria allo stomaco, capita anche a me".

C'è anche Amadeus tra i presi di mira, seppur non direttamente citato: "Mi ha invitato a Sanremo, peccato che poi se l'è fatta sotto e mi ha fatto uscire all'una di notte. Più che Sanremo ho fatto UnoMattina".

"Sono cambiato" racconta senza mezzi termini paradossi e contraddizioni dei nostri tempi, con un umorismo che deve piacere per non dare fastidio, perché spesso colpisce allo stomaco, strappando risate ma costringendoti a ragionare. Argomenti scottanti, trattati senza peli sulla lingua per colpire i bigotti più che le categorie sensibili: dall'obesità all'anoressia, dall'abbandono dei cani (alla fine ne ha portato uno sul palco, minacciandolo di "lasciarlo all'Autogrill") alla società dei "millenial" ("si chiamano così perché non arriveranno mai a mille euro al mese"), dalla fuga dei cervelli alle malattie terminali ("le sfrutterei per andare a insultare mafiosi e camorristi"), dalla disabilità alla fecondazione assistita, dalla depressione alla discriminazione di genere, fino all'eutanasia.

Caricamento commenti

Commenta la notizia