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“Contrada Luna” con Mario Incudine arriva a Tindari: sarà il nostro universo parallelo

In anteprima nazionale il 28 luglio al Teatro Greco. Lo spettacolo diretto da Mario Incudine è un riadattamento dei testi di tre grandi autori siciliani: Consolo, Piccolo e Scaldati

Sarà ancora una volta l’emozionante palco del Teatro greco di Tindari ad ospitare il nuovo spettacolo della “Libera compagnia del teatro per sognare” dei detenuti di Gazzi, il progetto del teatro in carcere, voluto e portato avanti da Daniela Ursino. “Contrada Luna” è il titolo dello spettacolo diretto da Mario Incudine in programma il 28 luglio alle 20,30. È un riadattamento dei testi di tre autori siciliani “Lunaria” di Vincenzo Consolo, “Le esequie della Luna” di Lucio Piccolo e “Il cavaliere sole” di Franco Scaldati.

«È un’emozione grande approdare al secondo anno, grazie all’inserimento dello spettacolo nel cartellone del Tindari Festival, diretto da Tindaro Granata che segue anche i laboratori dei detenuti in carcere - dice Daniela Ursino - siamo più coesi e pronti a riprovare un’emozione enorme. Lo spettacolo è il coronamento del lavoro fatto durante l’anno con il regista Mario Incudine che ha creato un testo fondendo le opere di tre autori siciliani. È un testo difficilissimo, talvolta aulico nel linguaggio, avevamo delle perplessità, ma gli stessi detenuti hanno voluto misurarsi con un testo difficile che avrebbe consentito loro di mettersi ulteriormente alla prova andando oltre l’impegno dello anno scorso. Tante le novità di quest’anno: in scena oltre ai detenuti ci saranno anche i detenuti semi liberi e quanti sono tornati liberi ma hanno continuato ad essere vicini al progetto che ogni anno si evolve coinvolgendo nuove energie e collaborazioni».

«È un percorso - spiega Daniela Ursino - che si sta sviluppando anche all’esterno del carcere nella parrocchia di Camaro San Paolo dove è parroco padre Nino Basile, direttore della Caritas che fin dall’inizio, con l’arcivescovo, sostiene il progetto. Tutto questo grazie alla direttrice del carcere Angela Sciavicco, alla polizia penitenziaria, alla collaborazione del Dipartimento diretto da Giovanni Russo che ha preso a cuore il nostro progetto e al sostegno del direttore generale dei detenuti Gianfranco De Gesu. Lo spettacolo ha il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Giustizia per sottolineare il valore rieducativo e sociale di tutta l’attività».

Tra il pubblico, oltre ai familiari dei detenuti, «anche questo fa parte del progetto rieducativo», ci sarà un gruppo di detenuti del carcere di Barcellona Pg dove si sta sviluppando un progetto del teatro in carcere sul modello di quello di Messina.
Protagonisti sul palco le attrici della “Compagnia delle Studentesse di Liberi di essere Liberi”, nata nell’ambito del progetto di collaborazione tra Università e carcere, attori professionisti, musicisti e le signore di Patti «rappresentano il territorio, il regista ha voluto vedere la scena aperta, il palcoscenico come un tableau vivant (un quadro vivente) per uno spettacolo che è prevalentemente di stampo musicale e che valorizza le tradizioni popolari come il tema di quest’anno del Tindari Festival. Il testo scelto è una preghiera alla luna. È uno spettacolo recitato ma la musica ha un grande spazio anche in questo si nota il senso di voler essere tutti insieme per condividere uno spazio di arte e bellezza».

«È un omaggio alla poetica siciliana di Consolo e di Scaldati, passando per Lucio Piccolo - aggiunge Mario Incudine, regista - è uno spettacolo che mette assieme due generi letterali apparentemente distanti tra loro, due linguaggi differenti che sono la lingua aulica di Vincenzo Consolo e quella popolare di Scaldati. Si sono influenzati ed hanno avuto la visione della luna che cade e che rappresenta la perdita della poesia, della memoria, della tradizione. Abbiamo voluto dedicare lo spettacolo, proprio perché il festival di Tindari è dedicato alla tradizione siciliana, a questi grandi autori».

«È uno spettacolo particolare - prosegue - far recitare ai detenuti liriche poetiche di questo genere è stata una grande scommessa, dette da loro assumono un valore assoluto. È uno spettacolo corale, molto variegato c’è musica, grande spazio per i ragazzi e maggiore integrazione con le ragazze dell’università, uno spettacolo poetico e commovente. L’unica difficoltà è stato di tipo logistico: non si possono fare prove canoniche ma questi attori non hanno niente da invidiare ai professionisti hanno certe cose che nessun attore professionista può darti e poi non faccio differenze, penso che chi sale sul palcoscenico in quel momento è un attore e loro restituiscono una realtà diversa che li rende unici». Lo spettacolo è aperto a tutto il pubblico. Ha il sostegno anche del Comune di Patti, Fondazione Sicilia, Fondazione Inda che ha concesso i costumi, il Rotary club Messina, mentre gli elementi scenici sono dell’Istituto Basile.

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