Come avere davanti un cesto di ciliegie, E assaporarle. Una tira l'altra. Così è per le storie. Raccontarle è un piacere infinito, prima ancora che un fatto giornalistico. E Claudia Benassai con le sue cento storie (le prime di una serie che continua ogni settimana su Gazzetta del Sud) ce lo dimostra. A lei piace immedesimarsi con i protagonisti, si approccia al mondo delle esistenze altrui con quel senso d'incanto e meraviglia che scaturisce dalla visione di uno spettacolo naturale, di un'opera d'arte, di un incontro con le belle persone. E ce ne sono tante, di belle persone. Ragazze e ragazzi, ma non solo. Giovani che decidono di partire o di tornare, donne e uomini per i quali l'età anagrafica è solo un dettaglio, vecchi saggi ed inventori geniali... Era giusto che diventasse libro quel susseguirsi di racconti della domenica che ci hanno fatto conoscere vicende normali, e appassionanti, nomi e volti di una “community” che parla in messinese, che sia dall'altra parte del pianerottolo o in qualsiasi altra remota regione del pianeta. Tornare a raccontare storie, per un giornale cartaceo, è riscoprire l'essenza, è tornare alle radici di un nobile mestiere. Siamo noi importanti, non tutto quello che trabocca, che ci avvolge, ci circonda, rischia spesso di isolarci e di schiacciarci. Sono le nostre vite, le nostre storie. Quelle contenute in un libro che è in corso di stampa, grazie all'impegno di un valente editore messinese, Costantino Di Nicolò, e che verrà presentato nelle prossime settimane. “Cento storie”... ma è solo l'inizio di un bel viaggio.