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La storica fornace di Patti a Messina, il proprietario assume impegni

Patti: il bene simbolo dell'arte ceramica sarà preservata dai crolli, ma la vera partita è quella del restauro pubblico per la fruizione collettiva

In attesa che la Soprintendenza dei Beni culturali di Messina trasmetta all’Assessorato regionale la relazione sullo stato di fatto dell’antica Fornace di via Pacini – largo Pioppo e sui potenziali interventi da mettere in atto dopo il recente crollo di uno dei muri perimetrali, il proprietario del bene ha finalmente risposto alla diffida dei vertici di Palazzo dell’Aquila, impegnandosi ad eseguire i lavori di messa in sicurezza delle parti di mura crollate insieme alla recinzione perimetrale dello stesso edificio.

«Il ritardo – si giustifica il proprietario della fornace, oggi residente a Sant’Angelo di Brolo – è stato determinato a causa del Covid e delle precipitazioni atmosferiche dei giorni passati».
Nell’ordinanza a firma Aquino, emessa il 21 gennaio, si invitava il proprietario del bene ad eliminare le parti pericolanti e a mettere in sicurezza lo stabile entro dieci giorni dal ricevimento della comunicazione, tenendo ben presente il rispetto del vincolo architettonico imposto dalla Soprintendenza e risalente agli anni 80 del secolo scorso.

Il provvedimento del primo cittadino era stato emanato pochi giorni dopo il crollo di parte delle mura perimetrali della Fornace e il sopralluogo effettuato dalla Polizia municipale e dai Vigili del fuoco, dal quale era emersa la necessità di provvedere tempestivamente alla messa in sicurezza del rudere per scongiurare danni a cose e persone. L’area adiacente al bene era già stata transennata anni fa a causa di piccoli crolli e del frequente distacco di intonaci, per prevenire pericoli per l’incolumità pubblica e privata. Nel frattempo il Presidio Nebrodi dell’associazione Italia Nostra, presieduto dalla dott. Angela Pipitò, ha raggiunto il traguardo delle mille firme sulla petizione di salvaguardia del bene. Italia Nostra Presidio Nebrodi – conclude Pipitò – invierà le firme all’assessore regionale dei Beni culturali, Alberto Samonà, per chiedere con forza il recupero della fornace. Ora spetta alle Istituzioni dare delle risposte».

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