Al Museo di Naxos per omaggio a quei giovani pionieri dell'archeologia subacquea che, negli anni Cinquanta, diedero il via a una disciplina ancora in divenire e che ha consegnato al museo una straordinaria collezione di reperti esposti oggi nella Torre Spagnola.
E' qui che da sabato, su iniziativa della direttrice del Parco Naxos Taormina, l'archeologa Gabriella Tigano, una targa ricorda i due principali protagonisti di quella stagione: l'ufficiale aeronautico romano, Franco Papò, e Pancrazio Calabrese, dirigente d'azienda, che insieme a una comitiva di sub sportivi come Franco La Pica, Pippo di Bernardo e molti altri appassionati nel riportare alla luce numerosi reperti dalle profondità marine delle baie di Naxos e Taormina.
Un'infografica, con foto d'epoca e un testo curato da Maria Costanza Lentini, a lungo direttrice del museo di Naxos, racconta l'epopea di questi giovani primi esploratori di tesori sommersi; mentre l'esposizione si arricchisce di un chiodo/perno in rame che faceva parte di uno dei relitti inabissatisi al largo di Taormina. Il "Relitto delle Colonne": 36 colonne di un tempio "semilavorato", come si direbbe oggi, e da costruire in Sicilia i cui resti, trovati al largo di Capo Taormina da Franco Papò, furono esplorati dall'archeologo ed etnografo tedesco Gerhard Kapitän.
Alla cerimonia hanno preso parte Paolo Emilio Papò, figlio dell'ufficiale-archeologo, che al museo ha donato un prezioso documento d'epoca: un video realizzato negli anni Sessanta che documenta le attività dei primi archeologi subacquei e che da oggi completa l'offerta multimediale del Museo di Naxos e viene trasmesso a rotazione insieme ad altri video nella Torre Spagnola. Presente anche la nipote di Pancrazio Calabrese, Maria Concetta Calabrese (storica dell'Università di Catania).
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