«Lo hanno votato gli italiani all'estero e questa per me è la cosa più bella, pari con il passaggio di testimone dell'autore di uno dei libri più belli di questi anni, che ha vinto la scorsa edizione»: a parlare è la vincitrice della venticinquesima edizione del Premio Alassio Centolibri, la scrittrice messinese Nadia Terranova, e il vincitore di cui idealmente ha preso il testimone è un altro siciliano, il palermitano Roberto Alajmo, che lo scorso anno aveva vinto con “L'estate del ‘78” (Sellerio). Un altro segnale del momento magico che la letteratura del nostro Sud, e della Sicilia in particolare, sta vivendo (proprio in queste settimane, in vetta a tutte le classifiche c'è la trapanese Stefania Auci, con “I leoni di Sicilia”, la saga dei Florio uscita per l'editrice Nord, e la messinese Alessia Gazzola ha appena vinto il Premio Bancarella). Una stagione di cui Nadia Terranova, che con il suo bellissimo “Addio fantasmi” (Einaudi) è arrivata nella cinquina dello Strega, è una delle principali protagoniste. Il suo romanzo, ambientato a Messina - ma una città il cui immaginario appare ridisegnato e rimappato, attraverso la vicenda della quarantenne Ida, che torna nella casa natale a chiudere vecchi conti con i “suoi” fantasmi della perdita, del dolore, della vita sospesa attorno a una ferita originaria - continua a mietere successi, in una tournée praticamente interminabile in tutta Italia. Proprio in questi giorni è tornata nella sua Sicilia, per un miniciclo di incontri a due assieme a un'altra scrittrice, Elena Stancanelli (finalista dello Strega 2016 con “La femmina nuda” e autrice del recente “Venne alla spiaggia un assassino”, La Nave di Teseo), su un tema fascinosissimo: il mare raccontato al femminile. Un mare che trama profondamente l'identità, che per Nadia è sempre lo Stretto: «Io sono messinese, anzi “strettese”», rivendica con orgoglio. La cerimonia di premiazione è fissata per sabato - nel corso di una serata che sarà presentata da Gerry Scotti - ad Alassio dove Nadia Terranova era stata a luglio a presentare il suo romanzo, intervistata dal professor Alberto Beniscelli. Il premio è molto particolare e prestigioso: dopo la prima selezione di una giuria tecnica, infatti, a decretare il vincitore sono gli italianisti delle più importanti università europee. Entrambe le giurie sono state presiedute da Ernesto Ferrero, a lungo direttore del Salone del libro di Torino. Nella rosa finale c'erano, oltre a Nadia, altre due finaliste dello Strega (che quest'anno ha avuto una cinquina a prevalenza femminile): Benedetta Cibrario, col “Il rumore del mondo” (Mondadori), e Claudia Durastanti, con “La straniera” (La Nave di Teseo). Assieme a loro Pier Paolo Giannubilo, con “Il risolutore” (Rizzoli), Guido Conti, con “Quando il cielo era il mare e le nuvole balene” (Giunti), e Marino Magliani, con “Prima che te lo dicano altri” (Chiarelettere). Un livello molto alto, che rende ancora più lusinghiera l'affermazione di Nadia. La “strettese” della letteratura.