Una copertina e un titolo che attirano immediatamente l’attenzione, e invitano, attraverso una giusta dose di auto-ironia, a guardare il “Lato B. Il volto nascosto delle cose”. Questo il nome del volume della messinese Francesca Deodato, che, dopo studi in campo giuridico e un percorso di formazione che le consente di operare come pedagogista, oggi si occupa di “coaching”, convinta della possibilità per tutti di poter ottenere nella vita i cambiamenti desiderati e raggiungere benessere e felicità, partendo dalle proprie potenzialità.
Esperienze personali e studi in questo campo e la passione per la scrittura alla base del volume, pubblicato lo scorso dicembre dalla casa editrice “Kamerik”, nella collana Narrativa. Straordinarie storie ordinarie accomunate da ricordi, sensazioni e momenti vissuti. Le ali dei sogni lasciano intravedere mondi possibili e il gioco arricchisce l’esperienza con una risata. Un dramma diventa occasione irrinunciabile di cambiamento, opportunità e magico ponte verso il futuro.
Ma come nasce “Lato B. Il volto nascosto delle cose”?
«Nasce – risponde Deodato – per passione, amo molto la scrittura, come occasione per dare spazio a cose ed emozioni che non riesco ad esprimere a voce. Attraverso essa riesco a comprendere meglio dolori, desideri, vissuti complicati».
Che rapporto c’è tra il libro e la professione di “coaching”?
«Si tratta di una raccolta di racconti tra percezione, sogno e desiderio. Il libro parla del vissuto di bambini, donne e uomini. Delle loro soluzioni ricercate, immaginate e sperimentate. Che è anche quello che faccio nella mia professione di “coaching”. Attraverso l’espressione della propria individualità si può trovare la soluzione di una crisi personale. In ogni problema c’è una soluzione. Qualunque situazione può essere guardata e vissuta diversamente e modificata con creatività».
Cos’è, dunque, il lato B?
«La parte nascosta di ognuno di noi, quella che difficilmente si mostra. Ma non è solo questo, non si tratta solo di dare voce alle emozioni più difficili da esprimere, è anche quel lato positivo che nelle cose e nelle situazioni non è subito evidente. Il libro riflette anche sul rapporto con il corpo, che deve essere un ottimo amico da conoscere».
Spazio anche alla malattia, come affrontarla?
«Pur nella consapevolezza che le cose non sempre si possono cambiare, è importante acquisire la consapevolezza che possiamo cambiare noi stessi, il nostro modo di reagire e affrontare le cose. Resilienza, cambiamento e consapevolezza emergono nelle storie che ho raccontato, anche grazie al confronto con le storie di altre persone. Mi aspetto e spero che il libro possa essere gradito ad un pubblico più ampio possibile, non solo alle donne, perché parla di rapporti e dunque si rivolge anche agli uomini».
A breve la prima presentazione a Messina, il prossimo 11 febbraio, alla libreria Feltrinelli Point.
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