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Per quattro mesi, dopo che un muro della loro casa è crollato, hanno vissuto in auto. Per settimane hanno chiesto aiuto, ma i giorni passavano e le notti diventavano sempre più lunghe e insonni. "Hanno avuto bisogno di coperte, a pranzo sono ospiti da amici dal cuore grande che prima di loro hanno sofferto allo stesso modo. Questa è la vera solidarietà, questa è la città in cui viviamo. Ho sentito il loro dolore e la loro dignità. Spero che trovino la forza per raccontare il loro dramma". Con queste parole l'ex garante per l'Infanzia Angelo Costantino aveva lanciato ieri un appello, facendo conoscere la storia di Pasqualino e Brigida che hanno raccontato la loro disperazione a diverse testate locali e questa mattina, proprio con l'ex Garante, hanno bussato anche alla porta di Gazzetta del Sud.
Pasqualino ha un passato irrequieto alle spalle e fragilità e le intemperanze tipiche di chi non ha avuto una vita facile. "Se non risolvono questa situazione sono pronto a qualsiasi cosa" racconta pieno di rabbia. In mattinata sono stati contattati dal dipartimento comunale alle Politiche sociali, a cui si erano già rivolti senza però ottenere risposte celeri, anche perché - a quanto raccontano - gli è stato riferito che dagli atti in possesso dell'ufficio i due non risultavano residenti nel Comune di Messina. E invece i due risiedono nella città dello Stretto ormai da anni. Così già ieri l'assessora alla Politiche sociali Alessandra Calafiore ha contattato l'ex Garante e questa mattina si è messa in moto la macchina comunale. Alla coppia era già stata offerta una sistemazione per un paio di giorni in albergo o in alternativa l'accoglienza presso la casa "Fratelli Tutti" che ospita in prevalenza senza tetto e ha spazi separati per uomini e donne.
Il Comune, viste le resistenze di Pasqualino e Brigida a dividersi, ha riservato alla coppia una zona della struttura in cui poter continuare a stare insieme per i prossimi 30 giorni. Intanto attraverso l'avvocata Annalisa Giacobbe si sta procedendo con la richiesta di un alloggio per emergenza abitativa, sperando che entro un mese la coppia possa trovare una sistemazione definitiva. Nel pomeriggio la coppia ha portato quel poco che aveva in auto nella casa di accoglienza comunale. "Ci hanno dato una zona riservata, ma non è una situazione che può durare a lungo, chiediamo con forza di poter avere al più presto un vero tetto sopra la testa".
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