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Dal piano escono, per il momento, una tratta della Circumetnea e un’altra dell’alta velocità Palermo-Catania. Al loro posto verranno finanziate con i fondi europei una fermata del passante ferroviario del Capoluogo e il collegamento fra Catania e l’aeroporto. Allo stesso modo i progetti per restaurare le dighe e realizzare gli impianti di gestione della raccolta differenziata lasceranno spazio a quelli per il contrasto al dissesto idrogeologico e per la realizzazione di fogne e depuratori.
Eccolo il piano di salvataggio dei fondi comunitari che il presidente della Regione Schifani ha concordato col ministro per gli Affari Europei, Tommaso Foti. E a questo punto Palazzo d’Orleans è certo di aver sventato la minaccia di dover restituire a Bruxelles le somme rimaste nei cassetti. Nata a fine gennaio, quando Bruxelles ha scritto alla Regione per segnalare «gravi ritardi» nella spesa dei contributi comunitari del programma Fesr. Un allarme, tecnicamente un early warning, legato all’avvicinarsi delle prime due scadenze: la Regione deve certificare entro la fine del 2025 la spesa dei primi 537 milioni ed entro il 2026 di un ulteriore miliardo. Schifani ha convocato all’inizio della scorsa settimana tutti gli assessori coinvolti contestando i ritardi e creando una task force che accentra a Palazzo d’Orleans la spesa. E poi ha individuato il reale margine di rischio in 200 milioni quest’anno e 500 nel 2026. Significa che ci sono progetti previsti nel 2021 e mai avviati che, se restassero fermi, provocherebbero la restituzione a Bruxelles dei fondi.
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