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Nessuno la chiama alleanza perché, di fatto, al momento non lo è. E non è nemmeno detto che lo sarà, perché in politica tutto cambia da un giorno all’altro, figuriamoci cosa può accadere nei due anni che separano l’attualità dalle prossime scadenze elettorali che contano, quelle amministrative e regionali. Non è un’alleanza, quella tra Cateno De Luca e Renato Schifani, ma un patto, quello sì. De Luca, a cui piace sempre romanzare tutto e quindi dare un “titolo” ad ogni passo compiuto, come fosse un capitolo, lo ha chiamato “patto del pauro”, anche se i due splendidi esemplari serviti al sale al pranzo avvenuto il 9 gennaio scorso in un ristorante del centro – commensali erano De Luca stesso, Schifani, il sindaco Federico Basile e il direttore generale del Comune Salvo Puccio – erano mupi. In realtà non nasce tutto quel giorno, quello del “battesimo” di Schifani a Messina da presidente della Regione dopo ben due anni di mandato (la mattina era stato firmato il “Piano città” al Comune, dopo pranzo ci sarebbe stato il sopralluogo alla ex Sanderson), ma molto prima, il 30 ottobre, quando a Palermo il leader di Sud chiama Nord e il presidente della Regione si incontrano per più di due ore, grazie all’intermediazione del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.
È lì la svolta, alla vigilia della sessione d’Aula, all’Ars, dedicata alla Legge di stabilità (che probabilmente passerà agli annali come la Finanziaria delle “mancette”). È lì che prende forma il patto, un patto politico ma non ancora elettorale. Un patto che a Schifani serve per rafforzarsi in un momento in cui c’è da sgomitare, dentro il centrodestra, per non perdere terreno e, chissà, non rinunciare all’ipotesi di un bis, tutt’altro che sgradita, come lasciato abbondantemente intuire dallo stesso governatore proprio venerdì mattina a Messina, nel corso del suo intervento alla convention sui rifiuti. Un patto che a De Luca è altrettanto utile per uscire da un pericoloso isolamento, portare nei territori amministrati da lui e dai suoi uomini preziosi denari e rendere più solida l’immagine del buon amministratore che risolve problemi.
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