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Sin dal 2017, anno della sua apertura, non garantisce la massima sicurezza per i pedoni che devono spostarsi tra i due comuni e non hanno un’altra via alternativa, tanto che le proteste sono costanti e, di recente, si sono anche accentuate, visto che da un mese non funziona nemmeno l’impianto di pubblica illuminazione.
E capita persino che un cittadino che voglia chiedere l’intervento delle istituzioni venga ignorato, al punto da decidere di rivolgersi ai giudici, che gli hanno dato ragione.
È il curioso caso che riguarda la passerella di attraversamento del torrente Agrò tra Sant’Alessio Siculo e S. Teresa di Riva, realizzata dall’Anas e dal 2018 divenuta la Statale 114 per il collegamento tra i due comuni, vista la chiusura del ponte stabile ancora oggi in fase di ricostruzione, con i lavori che termineranno ad ottobre del 2026.
Un cittadino, Salvatore Giuseppe Santamaria, proprietario di un appartamento all’estremità sud di S. Teresa di Riva, e dunque a breve distanza dall’inizio del territorio di Sant’Alessio Siculo, paese dove frequenta gli esercizi esistenti ritenendoli più vicini, ha deciso lo scorso novembre di presentare ricorso al Tar di Catania contro il municipio alessese, dopo che la sua richiesta di accesso agli atti, in particolare ad una delibera, è stata ignorata. Il cittadino ha fatto presente che lungo la passerella provvisoria vi è una «fascia riservata al passaggio dei pedoni, non segnalata con la linea orizzontale che la dovrebbe delimitare né con altro mezzo» e che con il passare del tempo «sono “saltati” i segnalatori catarifrangenti inseriti nella carreggiata, che non sono stati più sostituiti: dunque mancando segnali e altri mezzi di dissuasione, i veicoli invadono la banchina, specialmente in curva, rischiando di investire i pedoni».
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