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Risanamento a Messina, il “benservito” di Schifani a Scurria

Il governatore siciliano avvia la procedura di revoca dell’incarico di subcommissario per l’attuazione della legge speciale. E lui replica con un’improvvisa conferenza stampa: «Questa pagina buia del Risanamento non può oscurare i risultati conseguiti in questi 23 mesi. Mi aspettavo complimenti, non porte in faccia»

«Tanto tuonò che piovve. Prendo atto che oggi piove. Che, poi, questo sia il momento più buio, sarà oggetto di cronaca e, forse, della storia del Risanamento a Messina». Esce di scena, Marcello Scurria, con un “coup de theatre” che anticipa il provvedimento di revoca da parte del presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Lo fa convocando all’improvviso una conferenza stampa, nella sede dell’Ufficio commissariale, a Camaro, e dichiarando di aver ricevuto l’avviso di “sfratto” dall’incarico di subcommissario. «Non c’è rammarico da parte mia – spiega l’avvocato, già presidente di Arisme –, solo l’orgoglio dei risultati conseguiti in questi 23 mesi. Credetemi, più di quello che ho fatto, non avrei potuto. La più grande gioia è aver visto il sorriso delle persone che hanno ricevuto una casa finalmente degna di tal nome, abbiamo tolto dalle baracche 700 famiglie. Sì, mi aspettavo i complimenti, non le porte in faccia. Ma tant’è. Lascio a chi verrà dopo di me un’eredità importante, abbiamo avviato un percorso che spero non s’interrompa».
Dice di non voler fare “vittimismo”: «Vittima non sono mai stato e non lo sarò, questo sia chiaro. È evidente che c’è una ragione politica, dietro a tutto questo, ma gli effetti delle azioni, alla fine, sono di chi li fa, positivi o negativi che siano».
Ma cosa è successo? Bisogna necessariamente fare un passo indietro. Il governatore siciliano, che è anche il commissario straordinario per il Risanamento, afferma di aver avviato, lo scorso 7 febbraio, la procedura di revoca dalla nomina ai sensi della legge 241 del 1990. «La decisione – si legge nella nota diramata da Palazzo d’Orleans, sede della Giunta regionale – è stata assunta a seguito di “specifiche criticità” riscontrate nella gestione delle funzioni affidate che hanno fatto venir meno il rapporto fiduciario con il presidente della Regione che lo ha nominato. Palazzo d'Orleans ha dato sette giorni di tempo all’avvocato Scurria per presentare le proprie controdeduzioni, non ancora pervenute, all'esito delle quali verranno valutati i provvedimenti più idonei da adottare».
E questo è l’atto più recente. Ma occorre fare un altro passo indietro, che ci riporta al dicembre 2024. È proprio in quel momento, prima di Natale, che deflagra la polemica tra Ufficio commissariale e Amministrazione comunale. Il motivo del contendere: la partecipazione all’asta giudiziaria, per l’acquisto di alloggi da destinare a famiglie baraccate, dell’Ufficio commissariale e, in contemporanea, del Comune di Messina. Il 19 dicembre il presidente Schifani chiede all’avv. Scurria di inviare «una relazione dettagliata sull’acquisto di appartamenti in località Contesse a Messina, a seguito della partecipazione all’asta pubblica nel fallimento della ditta Anfa Costruzioni Srl». Schifani aggiunge: «Ricevo dal sindaco di Messina una nota con la quale si segnala il danno all’erario pubblico che si genererà come conseguenza del suo operato, vicenda che ha causato anche ampia eco sulla stampa. In considerazione della gravità dei fatti relativi al presunto danno erariale, nonché dell’inevitabile coinvolgimento in questa vicenda dell’ente Regione e dell’ufficio del commissario straordinario, la signoria vostra è invitata a fornire una relazione sull'argomento entro 10 giorni e, nelle more, ad astenersi dal tenere conferenze stampa sulla vicenda in questione».
Erano, quelle di dicembre, le settimane della clamorosa riappacificazione tra Cateno De Luca e Renato Schifani e dell’apertura di dialogo, fino a quel momento mai esistito, tra la Regione e l’Amministrazione comunale guidata da Federico Basile. A quel punto, il governatore siciliano, il quale ha detto di voler vederci chiaro in tutta la vicenda, ha preso le distanze dal suo subcommissario. È trascorso il primo mese del 2025, si è arrivati a febbraio, e Schifani non si è ritenuto soddisfatto delle risposte date da Scurria e ha avviato la procedura di revoca, che prevede alcuni giorni di tempo, durante i quali colui che è oggetto del provvedimento, deve presentare le proprie controdeduzioni. Schifani dice che Scurria non lo ha fatto. Scurria smentisce.
Il subcommissario ritiene di aver agito «nella massima legalità, facendo l’interesse dell’Ufficio commissariale, chiamato ad attuare la legge speciale per lo sbaraccamento e la riqualificazione urbana di Messina, e dell’intera città». Sullo scontro con il sindaco Basile, Scurria non intende aggiungere altro: «Hanno detto e fatto tutto loro, io ho la coscienza a posto. Chi parla, però, di danno erariale, dovrà risponderne nelle opportune sedi».
Cosa aveva sostenuto l’Amministrazione comunale in quell’occasione? Basta rileggere le dichiarazioni del sindaco, che ha accusato il subcommissario di «aver speso oltre 300mila euro in più di risorse pubbliche». In quella stessa circostanza, a suggello dei rinnovati rapporti con la Giunta regionale, Basile aveva ringraziato il presidente e commissario Schifani per il suo intervento. «Nello svolgimento del mio ruolo istituzionale – queste le affermazioni di Basile –, mi sono limitato a portare all'attenzione del commissario, il presidente Renato Schifani, che ringrazio per la celerità con cui ha risposto, una problematica legata alla gestione del risanamento da parte della struttura commissariale e del subcommissario Scurria. È innegabile il lavoro che l'Amministrazione De Luca prima e la mia dopo ha portato avanti. Negli anni dal 2019 al 2024, le Amministrazioni guidate da De Luca e Basile hanno ottenuto risorse finanziarie per un totale di 195.545.350 euro, pari al 66,17 per cento delle risorse totali disponibili, dimostrando un significativo impegno nel reperimento e nella gestione dei fondi per il risanamento della città. Parallelamente, le risorse attribuite ai commissari ammontano a 100 milioni di euro, rappresentando il 33,83 per cento delle risorse complessive. Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2024 sono stati assegnati complessivamente 323 alloggi. Di questi: 193 sono stati assegnati tra il 2019 e il 2021; 69 nel 2022; e 61 nell’anno 2023. L’Amministrazione De Luca-Basile si è distinta per aver assegnato 323 alloggi, pari al 73,08 per cento del totale delle assegnazioni, mentre i commissari hanno contribuito con l’assegnazione di 114 alloggi, corrispondenti al 26,08 per cento del totale. Di lavoro ne abbiamo fatto tanto, come dimostrano i numeri e non consentiamo a nessuno di mettere in discussione la nostra azione. Quanto accaduto nelle ultime ore con il subcommissario Scurria non può essere declassato a semplice incidente di comunicazione. Il punto centrale è che il commissariamento dovrebbe rappresentare un valore aggiunto a un lavoro già avviato e che deve rispondere alle necessità della cittadinanza. Ad oggi, invece, dobbiamo stigmatizzare l’atteggiamento del subcommissario che sembra giocare una partita in solitaria. E non posso non evidenziare e ribadire la gravità di quanto accaduto in relazione all'asta. Non è normale, l'ho detto e lo ribadisco, che il Comune partecipi ad un'asta pubblica per acquisire immobili necessari per la città, e si trovi a fare i conti con la presenza quasi da antagonista di quel subcommissario che, invece, dovrebbe collaborare, coadiuvare e coordinare le stesse attività. L'azione messa in campo dal subcommissario apre una riflessione anche sull'uso oculato delle risorse pubbliche. Perché anche un solo euro speso male crea un danno, non solo in termini di risorse, ma anche di fiducia. Abbiamo parlato di danno erariale e lo ribadiamo, poi lo possiamo anche chiamare un maggiore esborso di soldi pubblici, ma la sostanza non cambia. Ritengo che quanto accaduto sia grave, poiché acquistare gli stessi immobili per i quali l'ente aveva già individuato risorse finanziarie, tempo e lavoro, ad un costo oltretutto maggiore non è affatto normale. Il Comune, partecipando all'asta, ha agito come pubblica amministrazione nel rispetto dei principi di buon andamento, economicità e equilibrio di bilancio, presentando un’offerta con un ribasso del 25 per cento rispetto al prezzo di base d'asta. Abbiamo ritenuto giusto, come ente pubblico, applicare questo ribasso per ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche. Il nostro obiettivo non è fare affari con l’acquisto degli immobili, ma acquistare le case al prezzo più basso possibile, in modo da destinare i fondi risparmiati alla loro ristrutturazione e adeguamento. Di fronte alla nostra offerta ci siamo invece ritrovati a dover fare i conti con il subcommissario Scurria che ha invece presentato un'offerta che corrispondeva al prezzo di base d'asta, con un incremento di 500 euro per ogni lotto. In questo modo, il subcommissario ha pagato oltre 300mila euro in più rispetto all'offerta presentata dal Comune di Messina. Mi dispiace che siano stati spesi più soldi, perché con quella cifra avremmo potuto acquistare più immobili, realizzare ulteriori interventi di manutenzione e fare altri investimenti. Tuttavia, non spetta a me giudicare come sono state spese queste risorse; sarà il commissario Schifani a fare le proprie valutazioni. Contestiamo ovviamente anche lo scenario di turbativa d'asta di cui ha parlato il subcommissario Scurria nella sua conferenza stampa. Qui l'unico dato certo è il maggiore esborso di risorse pubbliche per un bene che comunque dovrà essere assegnato al Comune».

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