
Conobbe tramite i social network una donna di origini sudamericane con la quale avviò una relazione sentimentale dopo che la stessa si era trasferita in Italia insieme al figlio. La decisione dell’uomo di interrompere il loro rapporto, al culmine di un periodo di frequentazione, scatenò però la reazione della donna che lo denunciò per presunti ripetuti maltrattamenti e vessazioni, anche a sfondo sessuale, oltreché per lesioni personali e violenza privata.
Fatti per i quali un imprenditore dei Nebrodi fu arrestato nel 2020 e posto ai domiciliari. Oggi l’uomo è stato quindi assolto dalle accuse, perché il fatto non sussiste, con sentenza pronunciata dal Giudice del Tribunale di Patti Giovanna Ceccon. Nel dibattimento il difensore dell’imputato, avvocato Massimiliano Fabio, ha delineato i contorni della vicenda evidenziando la contraddittorietà ed inattendibilità delle dichiarazioni della persona offesa e rappresentando come fosse invece l’uomo stesso a subire una “relazione tossica”, sottoposto alle mire della donna. Rispetto all’unico episodio riferito, quello della presunta aggressione, è stata quindi evidenziata l’assenza di riscontri e con testimonianze addirittura opposte alle dichiarazioni rese dalla parte offesa.
Fu infatti l’uomo ad essere oggetto di aggressione dopo essere stato raggiunto dalla donna, tanto da aver egli stesso chiesto aiuto ad alcune persone presenti nelle vicinanze e sollecitato l’intervento dei Carabinieri.
A conclusione del processo, nel quale il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a tre anni e sette mesi di reclusione, l’uomo è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’imputazione relativa ai maltrattamenti mentre per le ipotesi di lesioni personali e violenza privata, è stato disposto il non luogo a procedere per remissione di querela.
«Possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti perché il giudizio ha ristabilito la verità dei fatti e chiarito l’estraneità dell’imputato rispetto alle gravi contestazioni a lui mosse – commenta l’avvocato Massimiliano Fabio –. Accuse per le quali il mio assistito ha dovuto patire periodi di profondo turbamento che ne hanno condizionato la vita quotidiana e le molteplici attività imprenditoriali».
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