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In controtendenza al trend degli ultimi anni su scala locale e nazionale, c’è grande vivacità nel settore produttivo e più prettamente commerciale della città. I numeri dicono che nel 2024 a Barcellona sono state aperte 200 nuove attività commerciali a fronte di 65 che hanno chiuso definitivamente i battenti. Tra gli ambulanti, invece, persiste il segno “meno”: si registrano 7 nuove attività e 19 cessazioni. I segnali positivi o almeno incoraggianti tuttavia ci sono, come conferma l’assessore alle Attività produttive Salvatore Coppolino: «Esercenti, piccole e medie imprese e commercianti stanno portando avanti strategie di crescita alle quali guardiamo con attenzione e sostegno. I numeri ci consegnano la fotografia di un tessuto produttivo che, pur avendo affrontato la crisi collegata alla pandemia e ad altre difficili congiunture economiche, ha dimostrato capacità di resilienza e rilancio».
Un ruolo importante è rivestito dai commercianti e dalla neonata associazione “Il Seme”, che puntano tante fiches sul lavoro di squadra per valorizzare le risorse della città. I problemi con cui convivono i piccoli operatori economici sono numerosi e ben noti: la concorrenza spietata dei centri commerciali e del web – a cui pagano pesanti dazi alcuni settori produttivi più di altri (abbigliamento e accessori su tutti) – e, forse su tutti, i tributi sempre più salati al pari dei canoni di locazione. Tiene la ristorazione, anche da asporto e spesso votata a valorizzare la riscoperta delle tipicità locali. Commercianti e Istituzioni non solo non alzano bandiera bianca ma rilanciano: «Attività come il Mercatino del riuso o vetrine di rilievo come “Agrumi in festa” e lo street food – conclude Coppolino – hanno dato lustro all’immagine di Barcellona. I commercianti stanno facendo la loro parte. Abbiamo pensato di dare ulteriore attenzione allo sviluppo del tessuto commerciale cittadino con il bando per l’assegnazione in locazione di tre immobili nell’ex Stazione ferroviaria e presto ne seguirà un altro».
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