Il 2025 dovrebbe essere l’anno della svolta per il nuovo Servizio idrico integrato in città e provincia. L’obiettivo dell’Ati, l’Assemblea territoriale idrica di Messina, è confezionare prima possibile, ma in maniera ponderata, la nuova procedura finalizzata all’individuazione del socio privato della nascitura Messinacque, chiamata a gestire il nuovo corso. Ma per arrivare a questo step, bisogna aggiornare il Piano d’ambito ai tempi e alle esigenze attuali. L’ultima versione è stata approvata un paio d’anni or sono, tarata, quindi a scenari ormai superati. Ragion per cui, la governance dell’Ati, guidata dalla commissaria Rosaria Barresi, con il prezioso supporto del dirigente tecnico Giuseppe Contiguglia e del direttore generale Giuseppe Torre, stanno già rivedendo il Piano. Bisognerà, ad esempio, tenere conto del fatto che il regime di salvaguardia adesso è stato esteso da 14 Comuni a 23. Il che significa che questi ultimi mantengono l’autonomia gestionale. Analogo discorso vale per Amam, secondo quanto deliberato dall’assemblea dei sindaci dell’Ati riunitasi lo scorso 19 dicembre. A proposito di questo aspetto, si è partiti dalla premessa in base alla quale al Comune di Messina era stata già concessa una proroga della convenzione di salvaguardia temporanea con la società partecipata, per consentire la prosecuzione degli interventi appaltati da Invitalia con fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, in scadenza il 31 dicembre 2024. Trascorso quel termine, tra Ati e azienda con sede a Ritiro resta in vigore il precedente accordo, anche perché l’Assemblea territoriale idrica aveva partecipato con l’azienda di Ritiro, soggetto attuatore, all’avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito dell’asse IV “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”. Intervento finanziato con 17.217.565,96 euro dal Parlamento europeo e altri 4.119.351,62 euro a valere sulla disponibilità del bilancio di Amam. Il nuovo Piano d’ambito conterrà quindi una fotografia allo stato attuale dei progetti avviati, dei fondi spesi e della mutata geografia delle infrastrutture. Dopodiché sarà predisposto il nuovo bando che, nelle previsioni dei vertici dell’Ati Messina, avrò un importo a base di gara che non di discosterà molto dalle procedure andate deserte, pari a circa 2,5 miliardi di euro. Somma che non dovrebbe variare, tra adeguamento prezzi e ammontare degli investimenti previsti.