Messina, telefonini e droga nel carcere di Gazzi: coinvolti 21 detenuti e 9 agenti della Penitenziaria
A chi erano destinati la droga e i cellulari trasportati dal drone verso il carcere di Gazzi e atterrato per errore negli spazi esterni della Gazzetta? E chi avrebbe dovuto riceverli e in caso smistarli ai detenuti? Si sta concentrando su effettivi consumatori di stupefacenti, utilizzatori di dispositivi mobili tra i detenuti e una rete di complici all’interno e all’esterno del penitenziario di Gazzi l’indagine della Procura di Messina, che ha delegato gli accertamenti alla polizia penitenziaria e ai carabinieri. Agenti e militari stanno ancora effettuando perquisizioni nella casa circondariale, alla ricerca di materiale utile a investigazioni ancora agli albori e che vedono una serie di persone iscritte nel registro degli indagati. Ad eseguirle, questa mattina, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri e personale del Nucleo Investigativo Centrale del Corpo di Polizia Penitenziaria, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Messina. Sotto la lente delle forze dell'ordine 21 detenuti e 9 agenti in servizio presso la struttura. II decreto di perquisizione ha riguardato anche altri 4 soggetti, indagati a piede libero e/o agli arresti domiciliari, nell'ambito di altri procedimenti, per complessivi 34 soggetti. L'attività investigativa coordinata dalla DDA di Messina, svolta congiuntamente dal Carabinieri e dalla Polizia Penitenziaria, riguarda un gruppo di persone che si ritiene, allo stato, essersi associate fra di loro, al fine di compiere una pluralità di comportamenti volti all'introduzione, nella casa circondariale, di telefoni cellulari e sostanze stupefacenti, potendo contare sulla disponibilità di alcuni agenti della polizia penitenziaria. Le investigazioni preliminari, infatti, hanno consentito di ricostruire una fitta rete di comunicazioni telefoniche tra detenuti e l'ambiente esterno ed una consistente attività di consumo e cessione di stupefacente tra i detenuti. Un'operazione, quella odierna, ad un paio di giorni di distanza dall'episodio registrato nella notte tra martedì e mercoledì scorsi nel piazzale di Gazzetta del Sud. In quell'occasione, con molta probabilità, un drone, dopo aver “sbattuto” contro la schermatura elettronica che protegge il carcere di Gazzi dalle intrusioni aeree, potrebbe essere andato fuori controllo andando a cozzare con uno dei grandi alberi del piazzale interno dello stabilimento del nostro Giornale. Quindi ha perso prima il suo carico (due telefonini analogici e un discreto quantitativo di droga, ovvero circa cento grammi di hashish e venti grammi di cocaina) per poi precipitare.